domenica 8 giugno 2008

Rondini: una non ce la fa!

Doverosa nota di cronaca: Enrica ha assistito ieri al crudele epilogo di molte lotte fratricide. Uno dei pondinotti della cascina Frutteto è caduto (o è stato spinto da un fratello) giù dal nido. Al termine di un volo di alcuni metri il poveretto, ancora decisamente inetto, ha trovato pronta la gatta che non si è lasciata scappare il facile boccone.
Si potrebbe argomentare sul comportamento dei genitori che, frustrati dall'incertezza tra il tentativo di salvare il piccolo e la consapevolezza di essere potenziali prede a loro volta (e quindi di non poter portare a termine lo svezzamento degli altri piccoli) hanno sostato posati sulla colonna a mezza altezza tra il nido ed il pavimento.
Proprio ieri leggevo, sull'ultimo numero di "Parchi e Riserve" a casa dei suoceri, un interessante articolo di etologia scritto dal prof. Bogliani, che faceva alcune considerazioni sul diverso comportamento dei genitori nei confronti di un predatore in funzione dello "stato di avanzamento" della covata.
Istintivamente, questi sono portati a misurare la loro audacia sull'investimento energetico già profuso e sulle probabilità di portare a buon fine la stagione riproduttiva. In altre parole, un nido con uova appena deposte ed all'inizio della stagione viene abbandonato più facilmente dai genitori davanti al pericolo, perchè tutto sommato lo sforzo fatto è stato modesto, ed è meglio rinunciare ad una difesa "a tutti i costi". Quando la stagione avanza (e quindi c'è meno tempo per fare altre covate) ed i piccoli sono in fase di svezzamento, le energie profuse dai genitori per la loro difesa sono più elevate, ed è sempre più necessario dare il tutto per tutto.
Anche questa è natura...

sabato 7 giugno 2008

E una nota sul laghetto...

...che accompagna le mie giornate in ufficio! Si tratta di un microambiente artificiale autodepurante graziosamente abbellito, nella sua componente vegetale, dalla sapienza dei tecnici della Frutteto, e che la fauna autoctona ha rapidamente conquistato. Dalla fine di aprile, il laghetto è tutto un gracidar di rane tanto rumorose quanto invisibili. Ci è voluta non poca pazienza e diversi appostamenti per riuscire, alla fine, a catturare l'immagine di una di queste, in piena attività canora, appoggiata ad una foglia di ninfea!

Pausa pranzo movimentata

Avendo il privilegio di poter trascorrere alcune pause pranzo nel giardino della cascina Frutteto, ho potuto godere, ieri, di scente alquanto interessanti. Tra uno sfrecciar di storno ed il canto di un picchio verde, i cieli del parco sono stati solcati da una pletora di rapaci in bella mostra. Due GHEPPI si sono fatti ammirare in varie acrobazie aeree ad alta quota mentre un terzo, cosa non consueta, era impegnato nel prato a nord della cascina all'inseguimento di una cornacchia. Più tardi, una banda di sette cornacchie si vendicava scacciando una malcapitata POIANA a pochi metri sopra la mia testa. La poveretta è stata "accompagnata" fuori dal parco attraverso i giardini della Villa Reale.
Ma una curiosa novità è, per me, l'aver sentito, in serata, il canto di una UPUPA che si accompagnava allo scroscio d'acqua del laghetto artificiale della cascina...

Rondini: dove eravamo rimasti...

...a fine aprile vi avevo segnalato le prime incursione ai nidi degli scorsi anni, per verificarne lo stato e dare il via alla nuova stagione riproduttiva. Mi sembra corretto aggiornarvi e condividere con voi la prima nidiata di 4 piccoli che gli indaffarati genitori stanno amorevolemente accudendo. E' bene non trascurare le sorti di questi uccelli che per vari motivi (in primis la riduzione dei siti di nidificazione) è in costante contrazione a livello europeo!
Oltre a quella qui accanto, ho caricato alcune immagini scattate ieri alla famigliola nell'album dedicato agli animali del Parco

lunedì 2 giugno 2008

Enrica e il codirosso...

Chi persevera certamente poi raccoglie... ce lo dimostra Enrica (alias Picchio Verde) che imperversa ormai nei dintorni della cascina Frutteto raccogliendo testimonianze della fauna locale.
Riprendo un commento che ha lasciato l'altro giorno ad uno dei primi post di questo sito:
"quasi ogni giorno, pausa pranzo, faccio quattro passi nel parco e oggi è stata una passeggiata molto ricca: per primo ho visto due codirossi, riconosciuti perchè Osvaldo un giorno in Cascina me li ha fatti vedere;poi sul Viale dei Tigli una coppia di pettirossi che si rincorrevano, volando abbastanza bassi e qualche volta fermandosi, nel sottobosco perfettamente pulito dove, forse, sono anche loro in pausa pranzo. Ci sono tantissimi storni che beccuzzano quà e là. Il picchio (verde, ndr) per il momento non l'ho nè incontrato nè sentito. Io persevero chissà che più in là sia fortunata".

Ieri la fortuna le ha arriso, anche se ancora non si tratta di picchi verdi, e mi ha mandato questa emozionata (ed emozionante) segnalazione:

"Oggi ho vissuto un'emozione grande:sono arrivata in Cascina e un pulcino (di codirosso) mi è quasi caduto addosso. L'ho riconosciuto, perchè come scritto l'altro giorno sul blog, Osvaldo me l'aveva fatto vedere, non sapevo cosa fare se non seguire l'istinto di salvarlo dal gatto che è arrivato immediatamente e vedeva una facile preda. Improvvisamente un Codirosso adulto (a me piace pensare che fosse la mamma) si avvicina ai cedri del Libano emettendo gridolini insoliti e si vedeva che cercava il pulcino. Poi si è posato sulla ringhiera del fienile.A questo punto mi è venuta un'idea:ho preso il pulcino l'ho messo prima sulla finestra dei volontari poi quando ho capito che la mamma l'aveva visto e lui non tremava più dalla paura perchè aveva sentito un suono famigliare, l'ho messo a metà scala e dopo due o tre trilli particolari sono partiti in volo sia il piccolo che la mamma. Forse la mia è ingenuità ma l'essermi emozionata per questo "salvataggio" mi ha reso felice".

Enrica mi ha mandato anche alcune foto (penso fatte con il cellulare) a testimonianza dell'accaduto. Ne pubblico qui un paio riferite al nidiaceo e al genitore (quest'ultima, sgranata, sembra effettivamente riferirsi alla femmina, perchè si notano le parti inferiori aranciate ma non si intravedono la mascherina nera nè la fronte bianca del maschio).
L'avventura a lietofine raccontataci da Enrica non è solo poetica ma anche, in qualche modo, didattica. A molti è capitato di imbattersi in pulcini in apparente difficoltà perchè trovati a terra spaesati e goffi. Nella maggior parte dei casi si tratta di una normale fase di "svezzamento" dei piccoli che, lasciato il nido, vengono ancora accuditi a distanza dai genitori per qualche tempo, prima che acquisiscano piena autonomia. In questi casi l'intervento umano è spesso dannoso, seppure animato da nobili intenti, e bene ha fatto Enrica a limitarsi a mettere al riparo il piccolo dalle grinfie del gatto posandolo su un piano rialzato.