venerdì 31 agosto 2012

Agosto 2012 - Nell'etere balie nere e scoiattoli



Sottofondo classicamente agostano, il suono dei richiami delle balie nere – qui sotto trovate una foto di Gaetano “Gaenava” Nava, scattata alla Vasca Volano (Agrate Brianza) – riempie l’aria. Ma quante sono? Un eventuale contatore, solo per il nostro Parco, potrebbe arrivare a fine scala. La seconda metà dell’estate è per questa specie periodo di migrazione: i loro trasferimenti verso i luoghi di svernamento interessano anche le nostre lande.





Nei giorni 24 e 25 agosto 2012 sono al Parco; mi muovo presto, già alle 6.15 varco i cancelli, aperti ben prima dell’orario canonico (nessun problema: gli addetti al servizio tendono spesso ad anticipare i tempi).

Una tappa è per me un classico: l’area a nord della Cascina Frutteto, settore che riecheggia, invero alla lontana, ambienti agricoli. Nel passato, qui, non sono mancate osservazioni e sbinocolate molto gradite. C’è mica solo il binocolo: ho con me il registratore. Ebbene sì: ci sono quelli che la macchina digitale sempre a portata, e quelli che alla ricerca di immagini e istantanee preferiscono le immersioni tra tracce sonore e mp3. Il sottoscritto appartiene alla seconda schiera.
Capitolo ricchissimo di spunti, il mondo dei suoni: per gli appassionati di fauna, comunicazioni acustiche ovvero canti e richiami.

Il registratore ha tante proprietà. Non è solo un mezzo per catturare vibrazioni dell’etere. Nossignori: obbliga anche ad aumentare la concentrazione. Non si tratta solo di individuare l’oggetto da trasformare in bit di memoria: mentre l’apparecchio è in funzione, ci accorgiamo di captare, con le nostre orecchie, dettagli e sonorità che forse avremmo altrimenti trascurato. Ci torneremo, forse, sulle pagine del blog.

Ma torniamo alle protagoniste di oggi, le nostre balie nere. In migrazione non è che abbiano un repertorio di grande respiro; insomma, sempre il classico breve richiamo, monosillabico e insistente. Basta trascorrere un poco di tempo col registratore in azione: si apre un universo. Quella che segue è una piccola antologia.
Si consiglia di ascoltare a volume alto.

Ecco il classico tik (come viene descritto dalle guide). In alcune parti della registrazione si odono due esemplari. Lo chiameremo suono 339 (dal numero della traccia).

339 copia primi 15 secondi versmp3 by MatteoB



Il relativo sonogramma è riportato qui sotto: si tratta di un grafico che ha sull’asse orizzontale il tempo (in secondi) e su quello verticale le frequenze ovvero le vibrazioni dell’aria causate dal suono (l’unità di misura è in questo caso il kHz (kiloHertz). Si consiglia di ingrandire l’immagine e di guardarla mentre si ascolta la traccia sonora.

Si consiglia di ingrandire i sonogrammi, e di guardarli ascoltando la traccia audio.





Le strisce verticali più spesse rappresentano i vari richiami; in alcune parti del grafico ne troviamo due vicine: corrispondono ai richiami di due individui. I più attenti avranno notato la presenza di tre regioni scure. Sono localizzate rispettivamente tra 11,0 e 11,5 secondi, tra 12,0 e 12,5 secondi e tra 12,5 e 13,0 secondi. Di cosa si tratta? Lo vedremo più avanti: si tratta di un suono simile ad un ronzio.


In questa traccia, un altro esemplare: il richiamo è differente dal tipico tik visto sopra; è un suono quasi bisillabico. Lo chiameremo suono 340.

340 copia primi 10 secondi versmp3 by MatteoB



Il sonogramma ci mostra i richiami: sono le quattro strisce verticali più marcate. Al secondo numero 9 appare una banda verticale più ampia: corrisponde ad un richiamo simile a un ronzio. Interessante questo suono: confesso che se il registratore non avesse obbligato ad un poco di attenzione in più non lo avrei colto.

Ulteriore inciso. Il lavoro al pc (sotto trovate riferimenti) permette a sua volta di individuare sonorità, sia attraverso il banale riascolto, sia attraverso la visione dei sonogrammi.





Questo suono invece (lo chiameremo 344) è più secco, ricorda il richiamo del picchio rosso maggiore.


344 copia primi 8 secondi by MatteoB



L’impronta sul sonogramma (riportato qui sotto) è marcatamente diversa da quanto visto finora.
Le linee verticali raggiungono frequenze più alte. 






Richiami diversi o richiami di individui diversi? Si tratta di richiami differenti emessi da individui differenti.
Eccoli assieme: 339 e 344. E controlliamo il sonogramma: il 344 è ben riconoscibile: le strisce verticali che toccano frequenze più alte. La prima parte della traccia sonora mostra il 339: ad accompagnare il richiamo il ronzio individuato sopra.


343 copia primi 19 secondi by MatteoB





Il mondo è fatto di massimi e minimi sistemi. Concediamoci qualche istante di minimalismo, le nugae di catulliana memoria. Questa registrazione contiene, al secondo 4,00, un suono che ricorda il verso di contatto di un silvide: ad emetterlo è sempre la nostra balia nera; purtroppo la registrazione non rende giustizia all’emissione sonore. Proseguendo nell’ascolto della traccia, l’orecchio individua facilmente più ronzii, visibili sul sonogramma.



351 copia primi 18 secondi by MatteoB





L’universo delle balie nere ci mostra dunque una bella varietà di richiami. Il mio quaderno di campo per questa uscita recita così:

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Vari tipi di richiami di balie:
- Classico tek
- Suono più prolungato, quasi bisillabico
- Suono secco (simile al richiamo di un picchio)
- Ronzio
- Suono simile al verso di contatto di un silvide
- Suono parente dei tuit dei fringillidi (non rilevato nelle registrazioni)
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Correva il luglio del 2007 (credo): come sempre, ero impegnato con i campi estivi su in Valle Aurina/Ahrntal (Sudtirolo). Con un gruppo (più o meno accuratamente selezionato) avevo trascorso una nottata poco sotto la cima del Monte Lupo/Wolfeskofel, in una baracca un tempo usata da cacciatori. La mattina, un suono lugubre, proprio sotto la mia testa: roba da film dell’orrore. Uno scoiattolo piazzato tra i rami di un albero. Da allora, uno degli obbiettivi, appena avessi posseduto un buon registratore, sarebbe divenuta la cattura di una traccia sonora di questo aniumale.

L’occasione si presenta proprio il 24 agosto. Mentre ero intento a seguire le balie, strani rumori provenivano dagli aceri. Uno scoiattolo rosso, pensa te. A perfetta distanza dai microfoni.

Anche in questo caso in campionario non è dei più poveri.
A fare da sfondo, va da sé, le nostre balie (e qualche altro volatile).

Qui distinguiamo un lamento iniziale, una serie di gemiti soffocati e una latrato simile ad uno sbuffo, accompagnati dal picchiettare delle unghie sul tronco di un acero.



Red squirrel sciurus vulgaris Scoiattolo rosso Parco di Monza Park of Monza August 24th 2012 24 agosto 2012 (era file316 copia minuti 2 00 3 00 non trattati) by MatteoB




Qui distinguiamo due latrati simili a sbuffi e un gemito soffocato, oltre al picchiettare delle unghie.
Il sonogramma relativo a questa ultima traccia è più sotto.


316 copia minuti 1 35 1 50 non trattativersmp3 by MatteoB





Alla prossima.

Matteo Barattieri

giovedì 30 agosto 2012

Agosto 2012 - Siccità

Edo ci invia questo scritto.Una sua breve pagina di diario. Come sempre, lo ringraziamo.


Non ricordo di aver mai visto il parco così secco e riarso come nel pomeriggio di domenica 26 agosto.
Forse solo durante l’interminabile estate del 2003 si potevano cogliere panorami simili, di tipo algerino.
I prati sono infatti desolatamente gialli e, nei luoghi di più intenso calpestio, come alla cascina del sole, l’erba è stata completamente divorata dalla terra e dalla polvere.
Due mesi di mancanza pressoché assoluta di precipitazioni hanno lasciato il segno: non solo i prati soffrono per la mancanza d’acqua, ma anche gli alberi danno segni di stress climatico: in alcuni punti del parco le foglie appaiono prematuramente ingiallite e il vento particolarmente sostenuto di questa domenica solleva vortici di terriccio e nugoli di foglie secche.
In questa aridità scorgo un’isola di verde inaspettato: alla cascina del sole, ai piedi di un alberello, un’ape visita diligentemente un gruppo di minuscoli fiorellini azzurri che vegetano su un tappeto di erba sorprendentemente rigogliosa: probabilmente l’ombra regalata dalla pur non folta chioma ha garantito un sufficiente riparo.
Oggi comunque la temperatura è relativamente gradevole ed il caldo decisamente più sopportabile.
Il parco attende la pioggia che, secondo le previsioni, non dovrebbe tardare troppo.

Edo