sabato 5 gennaio 2013

A piedi nel Parco

Camminare riconcilia con la vita, stimola il pensiero e la riflessione, aiuta a riscoprire la dimensione del silenzio; inoltre permette di conoscere il territorio in cui si vive che i ritmi frenetici e convulsi del vivere quotidiano spesso celano ai nostri occhi.
Così nel primo pomeriggio di martedì primo gennaio mi sono concesso una passeggiata in un parco pressoché deserto: la giornata bigia e umida, con timida pioggerellina che compariva a tratti, scoraggiava l’afflusso. Era presente solo qualche patito del footing e rari camminatori incuranti dell’umidità.
Il parco però dava il meglio di sé con i rami dei grandi alberi spogli protesi verso le nuvole e l’atmosfera rarefatta e già crepuscolare.
Il tambureggiare del picchio si sentiva nitidamente nei pressi della cascina del Sole e andava progressivamente aumentando d’intensità verso il Cavriga e nei pressi dell’omonimo bar. Non so dire se si trattasse del verde o del rosso maggiore che sono entrambi presenti e relativamente comuni nel parco. So però che questo tambureggiare mi piace e rende i boschi vivi, animati.
Del resto le presenze ornitiche risultavano variegate: numerosi pettirossi, diverse cince, le immancabili cornacchie.
Il buio cala rapidamente e decido di lasciare il parco transitando dai giardini della Villa. Il laghetto presenta l’animazione consueta di germani e cigni con la presenza di due gallinelle sull’isolotto in prossimità del bar torretta. Mi pare di vedere anche una femmina di anatra mandarina.
Guadagnata l’uscita e percorsi i boschetti reali, compaiono le belle ville neoclassiche che incorniciano piazza Citterio.

Edo Melzi