venerdì 13 settembre 2013

13 settembre 2013 - Anche il Parco di Monza al Convegno Nazionale di Ornitologia


“Ah, il Parco di Monza… famoso per il picchio minore”, a parlare non è qualche trinariciuto naturalista monsciasco o delle lande brianzole. Ma il Karol Tabarelli De Fatis da Trento – il nome rimanda direttamente alla genitrice polacca –: martella oggi, martella domani con la storia del piccolo (e mica tanto scontato o comune) picchio, ospite da sempre del nostro Parco, e qualche risultato salta fuori. A centinaia di chilometri di distanza, il simpatico volatile può costituire nobile biglietto da visita. Altro che autodromo, spara subito l’anticircuito che alberga e prospera in tanti di noi. E a Trento il Parco di Monza c’è, in queste luminose  giornate di settembre. L’abito scuro non è propriamente raccomandato, ma l’evento si può classificare nella rubrica gran gala: Convegno Italiano di Ornitologia (11-15 settembre 2013  http://events.unitn.it/ornitologia2013), sissignori. La meglio gente tra studiosi e appassionati di volatili del Bel Paese, con qualche ospite straniero di prestigio invitato per la circostanza.
“25 anni di ornitologia al Parco di Monza (Monza, MB): una revisione critica per la stesura di linee guida gestionali”, questo il titolo del lavoro presentato in forma di poster. Autori, oltre al sottoscritto, altri cultori della materia, ma sa diss: Massimo Brigo da Muggiò, Francesco “Checco” Ornaghi da Macherio, Piero “il prof.” (un docente fa sempre comodo) Bonvicini, lecchese per residenza, e Italo Magatti di Monza. Tutta la brigata con lo stendardo del CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta) di Varenna. Il titolo della comunicazione lascia poco spazio al mistero. Abbiamo preso in mano i dati sugli uccelli raccolti all’interno della mura del Parco, in buona parte proprio da noi, negli ultimi due decenni e rotti. L’obbiettivo è duplice: da un lato compilare una lista delle specie con relativa caratterizzazione – nidificante, svernante, stanziale, presenza occasionale….ecc…. –, dall’altro lato individuare alcune strategie per una gestione del nostro patrimonio verde più attenta agli aspetti naturalistici.


Il corpus di dati comprende 101 specie, di cui 4 esotiche e/o aufughe, ovvero da non considerarsi selvatiche ma semidomestiche. Per 89 specie possiamo definire in maniera abbastanza sicura quello che in termini tecnici si chiama status, ovvero la modalità di presenza: se è visibile solo di inverno oppure durante la migrazione, se nidifica oppure no, e via andare. Poi torneremo in maniera più dettagliata sul tema, con una analisi della lista delle specie. Per il momento possiamo segnalare che 43 sono i nidificanti, con netta prevalenza, va da sé, delle specie legate al bosco, ben 25. Qualche chicca? Detto del picchio rosso minore, che qui ha una delle più note (e non molte) stazioni sul territorio lombardo, possiamo citare rapaci come lo sparviere o il lodolaio (quest’ultimo aggiuntosi negli ultimi anni), il martin pescatore, gioia e desiderio di tanti fotografi, l’ormai consolidato airone cenerino (ben noto a tanti)….


Interessanti spunti sui metodi di censimento degli uccelli in aree montane, lavori sperimentali sul passero, una bellissima ricerca sulle berte, specie del mare aperto: il convegno snocciola importanti comunicazioni, e anche il nostro Parco fa la sua porca figura.

Matteo Barattieri