domenica 23 dicembre 2012

Il piccolo predone alato




È un rapace di piccole dimensioni, grazioso e pressoché ubiquitario: lo si trova infatti dal livello del mare fin oltre i duemila metri di quota dove caccia sorvolando le praterie alpine.
È anche estremamente comune e osservarlo non è impresa impossibile.
Si tratta del gheppio (Falco tinnunculus), il cui nome scientifico richiama probabilmente il richiamo tipico della specie, una sorta di “TI-TI-TI”: che tintinna… appunto.
È chiamato per lo più falchetto, proprio per le dimensioni ridotte che gli permettono di cacciare prede come micromammiferi, grossi insetti, piccoli uccelli.
La tecnica di caccia è assai originale e inconfondibile e viene detta dello “spirito santo”: il gheppio rimane immobile, ad una certa altezza dal suolo, battendo ritmicamente le ali e scrutando il terreno: una volta individuata la preda si lancia su di essa.
Il nostro piccolo predone riesce a colonizzare anche le grandi città. Pare infatti abbia nidificato sia a Roma che a Milano e in questi centri sceglie preferibilmente edifici storici.
Ed è proprio l’abitudine di svolgere in siti del genere le operazioni riproduttive che lo ha portato, nel parco di Monza, a scegliere un luogo assai inconsueto per collocarvi il nido: dal 2001 al 2003 una coppia di gheppi ha allevato la prole  sulla torre di controllo della RAI, struttura che agli occhi dei nostri volatili può certamente richiamare un campanile o una torre.
La sua presenza arricchisce la non trascurabile popolazione di rapaci del parco in cui domina l’allocco, elusivo ospite notturno la cui popolazione risulta decisamente consistente.
Edo Melzi