venerdì 7 maggio 2021

5-6 maggio 2021: un diario per i rospi

5 maggio
I nostri rospi conquistano il loro (meritato) spazio in cronaca. Mica le scontate 4 righe. Nossignori: articolo come si deve, con tanto di foto. Intanto, c'è chi litiga con l'equipaggiamento. "Con 'sto caldo, devo mettermi la felpa dell'ENPA, altrimenti il capo mi sgrida", dice una rassegnata Marica Carioti. Divisa d'ordinanza: il capo citato è il Giorgio Riva, da lustri colonna portante della sezione locale ENPA. 

E quelli dell'ENPA provvedono anche a realizzare cartelli come si deve. A posizionarli pensa la brava attivista. Con lei, siamo all'appuntamento in due, il sottoscritto e la immancabile fotografa: Linda Iungo. Scopo del giro: un controllo sulle varie pozze e pozzanghere storiche, ovvero presenti in maniera costante nel Parco. Di un luogo, a volte, sono proprio gli elementi minuti ad assumere speciale significato. Non lontano dal piccolo specchio d'acqua che ha guadagnato spazio in rete, ci sono altri punti dove i rospi potrebbero piazzare le loro ovature.
Una pozza è localizzata tra il pratone a sud della zona del Dosso e il prato a monte dei Molini Asciutti. 


Esito: negativo, niente ovature, niente girini.
La Molgorana avrebbe rango di torrente. Parte su a Casatenovo poi attraversa un tratto di Brianza, per diventare condotto per il troppo pieno della fognatura in quel di Villasanta. Il condotto, in genere secco, va a finire nel Lambro, proprio qui al Dosso, dove sopravanza col suo letto in pietra la Roggia Molini Asciutti. In questo tratto, c'è acqua ferma: zero tracce dei rospi.


Alla pozza, la Marica installa cartelli che fan la loro porca figura, per dedicarsi poi con lo scrivente al recupero di qualche girino localizzato in piccolissime pozzanghere- le dimensioni di un'impronta di calzatura nel fango -. 




Nell'acqua della pozza principale, è un brulicare di microfauna: crostacei, nella fattispecie dafnie e ostracodi. Pulci d'acqua, per dirla in maniera sbrigativa. Qualche mamma si ferma con la prole, incuriositi, mentre si materializzano la bicicletta e soprattutto il teleobiettivo di Werner Klopf, fotografo molto noto nel nostro gruppo "Parco di Monza per sempre".

Nella zona di quello che fu il vivaio del golf (area Pelucca), ovvero dove si facevano crescere - per prelievi alla bisogna - tappeti in erba. Lì, da sempre, ci sono delle pozze. una è ancora attiva, anche se prossima a spegnersi. Niente girini ma un paio di bei ditischi: coleotteri acquatici di colore scuro fino a nero (dipende dalla specie). 


Destinati a morire all'asciugarsi del minuscolo specchio d'acqua? No: i nostri son dotati di ali; trasferirsi non sarebbe un problema. Poco lontano, siamo sempre qui in zona Pelucca, vicino ad un fontanella da tempo in disuso, altra pozzanghera abbastanza stabile: zero girini.


Le nostre strade (la mia e quella della fotografa) si dividono. Ho giusto il tempo, tornando, per ispezionare la pozza che da sempre caratterizza il recinto galoppatoio sotto il Mirabello. Niente. E anche un paio di pozzanghere su sponda destra del Lambro, tra il Cantone e viale Cavriga, non danno esiti positivi. Rimane la domanda: come farà a sostenersi la popolazione di smeraldini con pochissimi siti di riproduzione? Ci sono però da controllare altre zone, ad esempio nell'area del circuito. O alla Valle dei Sospiri. Prossime puntate.

6 maggio
L'ENPA, parole e musica della immancabile Marica, ha sistemato in bello stile la recinzione, che assume configurazione (quasi) ufficiale.

Si fa vivo l'altro nostro fotografo, Mario Maino: "Stamane 6/5/21 passato sul posto alle 10. Nessuna traccia delle strisce di uova. Probabilmente si erano già tutte schiuse, infatti ho notato molti girini molto più piccoli di altri." Intanto le sentinelle per definizione - Carola e Bruna - controllano a loro volta la pozza del summenzionato galoppatoio. Rimangono altre zone da controllare. Ai posteri...

Matteo Barattieri

mercoledì 5 maggio 2021

4 maggio 2021 - Salvate il soldato rospo

"Il filmato non viene bene...", lamenta la Linda Iungo. Il luogo è la pozza d'acqua che mena alla letamaia dell'azienda Colosio, per i più Cascina Molini di San Giorgio ovvero la cascina delle mucche, molto amata da un pubblico vasto: vedere animali da stalla, e da cortile è merce sempre apprezzata, soprattutto dai più piccoli.





Gli animali che si materializzano nella pozza sono però più discreti: rospo, rospo smeraldino per la precisione. Ma occorre fare un salto indietro, molto breve in realtà.
E' il 3 maggio: la Carola Besana e la immancabile compagna di passeggiata al Parco Bruna Rovelli segnalano che la pozza citata è piena di girini. Non si tratta - va specificato, non solo per la cronaca - di un vero e proprio stagno: è una banale pozzanghera, formata dal passaggio dei trattori della summenzionata ditta. Pozzanghera che però rimane abbastanza stabile durante il corso dei mesi.



La natura sceglie ritmi e tempi in maniera schizofrenica e disordinata, almeno all'apparenza: i rospi citati usano questi luoghi - instabili e, non di rado, effimeri - per deporre le proprie uova. Confidano nella rapidità dello sviluppo dei girini: 15-20 giorni e l'adulto è pronto. Ma il sito prescelto ha inevitabile difetto di fabbrica: il passaggio dei trattori può compromettere tutto il processo.

Si attiva una macchina improvvisata ma non inefficiente. Il Consorzio Parco e Villa Reale, con la voce del Fabio Berti (referente area tecnica e vecchia conoscenza) fornisce un rapido assenso. Ma dobbiamo passare anche per la citata ditta Colosio. 
L'appuntamento per chi vuole dare una mano è fissato per le 15.30. Arrivano in due: con la fotografa prima menzionata c'è anche la Laura Mattera, volontaria del gruppo dei guardiani della Villa Reale (i Park Angels, come recita, con odioso inglesismo, il nome ufficiale). Recupero alla buona del materiale tra il ciarpame che contraddistingue la mia abitazione, non senza contattare la Marica Carioti dell'ENPA: una voce di un gruppo di rango può essere utile alla causa. 
Il Colosio garantisce il suo imprimatur: "purchè non sia recinzione permanente". Garantiamo breve durata, va da sé. Dice l'immancabile uomo della strada: "ma dove sono 'sti rospi?... Io non li vedo mai.". La biologia aiuta: è specie da ore notturne. 



Di martello e di nastro da cantiere - non sto a specificare come mai abbia in casa decine e decine di metri di questo materiale -, operiamo in tempi brevi, mentre la Linda scatta istantanee a ripetizione. Potevano mancare le sentinelle? Di passaggio per la loro (quotidiana) escursione al Parco, la Bruna e la Carola sono sul posto. Qualche foto mostra le uova disposte a nastro, marchio di fabbrica della famiglia rospi.



Un cartello recita breve avviso. La firma ci vuole: il nostro Comitato per il Parco. Un trattore sullo sfondo raggiunge il limitrofo letamaio, mentre qualche curioso si avvicina al recinto improvvisato. Confidiamo nelle piogge prossime. Ma terremo sotto sorveglianza l'area, pronti all'intervento. E se controllassimo altre pozze nel Parco? La butto lì ma sarebbe da fare. 
La Linda scatta le ultime immagini: seguisse quotidianamente lo sviluppo dei girini sarebbe fantastico.

Matteo Barattieri