sabato 27 dicembre 2008

I Cormorani di Santo Stefano

Cronaca di una bella mattinata al Parco, soleggiata seppur fredda. Poca gente, per lo più lungo il viale Cavriga e, in misura minore, lungo la sponda sinistra del fiume fino al ponte dei Bertoli.
Camminando lungo la via dei Mulini Asciutti, la nostra attenzione è colpita da alcuni uccelli posati in alto, sui rami spogli delle alberature che costeggiano il corso del Lambro. La mole e la curiosa postura allontanano i sospetti dalle cornacchie. Una rapida sbinocolata ed ecco svelato il mistero. Si tratta di 5 cormorani stesi ad asciugare al sole. All'abile osservatore la sfida di contar gli uccelli nella foto pubblicata qui accanto.












All'osservatore più impaziente, la foto successiva mostra uno degli animali dalla curiosa silhouette.












Una terza immagine, infine, evidenzia le variazioni nella colorazione del mantello, dipendenti da fattori individuali o legati all'età dell'individuo (l'esemplare più a sinistra, dall'ampia colorazione bianca su ventre e petto è probabilmente un giovane).












La presenza del cormorano nel Parco è, da alcuni anni, usuale in questa stagione, così come abituale è la sua frequentazione invernale degli ambienti d'acqua della nostra Brianza e del lago di Como.
La nostra passeggiata è proseguita poi con numerosi altri incontri di specie più comuni. Una lista non esaustiva: airone cenerino, gallinella d'acqua, germano reale, picchio verde, picchio rosso maggiore, picchio muratore, rampichino, codibugnolo, cinciarella, cinciallegra.
Sempre piacevole segnalare la presenza dello scoiattolo rosso (due in spettacolari evoluzioni nel prato a nord est del ristorante) e, presso il "cadregone", un posatoio di una dozzina di colombacci.

Gallinella d'acqua: i dati del 2002


Proseguiamo la pubblicazione degli appunti di Edo relativi alle presenze della gallinella d'acqua nel corso del 2002. Valgono in linea di massima le considerazioni fatte sul 2001, ma è comunque interessante scorrere i dati inviatici da Edo e compararli con l'anno precedente. Si scoprirà, ad esempio, che nei mesi invernali del 2001 si sono raggiunte (per giunta nel solo sito di San Giorgio, a cui si riferisce l'indegna foto di tre gallinelle in alimentazione che ho scattato ieri mattina) consistenze numeriche decisamente più elevate del 2002, nonchè delle stime riportate sul volume "Gli uccelli del Parco di Monza" curato dall'associazione ARCA riferite ad un censimento condotto nel 1992-1993. Una stagione particolarmente rigida, che ha indotto più animali a scendere verso sud e a fermarsi nel nostro Parco? Questa è una delle ipotesi (non ho a disposizione, putrtoppo, i dati metereologici) anche se non la sola.
Ma lasciamo ora la "parola" a Edo, ed ai suoi interessanti dati, con l'impegno di un futuro approfondimento del tema.



Monitoraggio della gallinella d’acqua nel corso del 2002
Completo l’invio di dati sulla presenza della gallinella nel parco di Monza con l’anno 2002 in cui sono state effettuate 14 uscite.
Potrebbe essere interessante ricordare che ho utilizzato della schede preparate da Matteo estremamente dettagliate in cui si annotava l’ora in cui iniziava l’osservazione, le condizioni del terreno, le condizioni meteorologiche, la localizzazione e qualche nota di comportamento riguardante gli esemplari monitorati.
Anche nel corso del 2002 le osservazioni si sono svolte preferibilmente il sabato pomeriggio.


12-01-02
S. Giorgio 15 ad.
Roggia Mulini Asciutti 2 ad.
Sponda sn Lambro a valle del ponte Cavriga 3 ad.

02-02-02
S. Giorgio 15 ad.
Roggia Mulini Asciutti 4 ad.
Lambro a valle del ponte Cieco 2 ad.

23-02-02
S. Giorgio 0
Roggia Mulini Asciutti 4 ad.

09-03-02
S. Giorgio 6 ad.
Roggia Mulini Asciutti 4 ad.

23-03-02
S. Giorgio 7 ad.
Sponda sn Lambro a valle del ponte Cieco 2 ad.

06-04-02
S. Giorgio 7 ad.
Sponda sn Lambro a valle del ponte Cieco 3 ad.

27-04-02
S. Giorgio 4 ad.
Sponda sn Lambro a valle del ponte Cieco 3 ad.

22-06-02
S. Giorgio 2 ad.

29-06-02
S. Giorgio 2 ad.

03-08-02
S. Giorgio 2 ad.

17-08-02
S. Giorgio 2 ad.

31-08-02
S. Giorgio 2 ad. + 1 juv

05-10-02
S. Giorgio 8 ad.

23-11-02
S. Giorgio 13 ad.

NOTA: ad = adulto; juv = giovane

Come si vede è sempre evidente la ripresa numerica autunnale ed il sostanziale equilibrio numerico del periodo tardo primaverile ed estivo.
Va tenuto presente che un certo numero di esemplari potrebbe sfuggire all’osservazione ed il numero complessivo potrebbe quindi essere più elevato in tutte le aree esaminate.
Molto importante dal punto di vista naturalistico l’osservazione del 22-6-2002 durante la quale, nel tratto di Lambro immediatamente a valle del ponte Cieco, viene osservato un MARTIN PESCATORE a volo radente sul Lambro. L’animale si posa su un ramo della riva sinistra per poi involarsi, poco dopo, verso il ponte Cieco.
La riva sinistra del Lambro appena a valle del ponte suddetto appare di un certo interesse naturalistico e andrebbe adeguatamente tutelata.

mercoledì 24 dicembre 2008

18 dicembre 2008 Nel bosco bagnato – Lungo la Pelucca piena d’acqua


Esistono ambienti che più di altri affascinano tanto l’animo del naturalista quanto quello del poeta, figure in realtà molto meno distanti di quanto non si creda. “Le pagine del Lorenz (il famoso etologo n.d.r.) sono pura letteratura…”, così una mia professoressa degli anni liceali, una che viveva di Dante, e che del sommo autore ci rendeva tutti appassionati in tempi in cui seguire le letture della Divina Commedia era moda ancora là da venire. Ambienti che toccano sensibilità diverse, si diceva. Tra essi, il bosco bagnato, anzi immerso nell’acqua occupa ruolo di primo piano. In occasione di piogge persistenti o, va da sé, torrenziali alcuni boschi del nostro Parco vengono invasi dall’acqua. Come rinunciare a cotanta visione? Ritagliata un’oretta, faccio una puntata alla ricerca di immagini e scenari.

La Roggia Molinara, attraversata la Cascina Molini di San Giorgio, rientra nel Lambro. Nell’ultimo tratto incontra una derivazione dal Lambro, un segmento di canale il cui letto è normalmente asciutto. Questo segmento viene invaso dal fiume quando piove abbondantemente e va curiosamente ad alimentare la Molinara. Si viene così a formare una sorta di lanca improvvisata, che fa viaggiare la fantasia verso lande quali il Parco del Ticino. È verso questa parte di Parco che dirigo il mio interesse. il sottobosco è immerso in un velo d’acqua.

Pioggia, umidità: l’uomo della strada le associa, da riflesso condizionato, a repentina crescita di funghi. Su un platano sono spuntati bei corpi fruttiferi: quando si arriva a questo stadio, ci dicono i forestali, per la pianta c’è poco o niente da fare; le ife del parassita all’interno del tronco hanno ormai invaso irrimediabilmente il legno.

Vado a memoria, non mi sembra di aver visto in tempi recenti questi funghi; devono essere sbucati giusto in questi giorni. Me lo conferma una pattuglia di Guardie Ecologiche Volontarie – GEV, secondo comodo acronimo –, che dedica un breve sopralluogo al malcapitato platano.

S’hemm da fach: è la legge della natura, bellezza. La pianta è anche segnata con apposita vernice: a breve capitolerà sotto le motoseghe.

Mi muovo lungo il segmento di canale di cui sopra. In questo punto si immette nella Molinara.

Nella fanghiglia depositata ai bordi, qualche gallinella ha lasciato le proprie orme.

I simpatici volatili fanno la spola, come da osservazioni di impronte in caso di spazzolate di neve, tra il prato della Cascina Mulini di San Giorgio e il vicino Lambro, proprio a ridosso della Molinara.

È da qui che parte l’acqua del Lambro per andare poi a riversarsi nella Molinara.

Alcuni sacchi di sabbia attenuano la forza della corrente, a protezione del letto.


La massa liquida rientrerà poi nel fiume. Il tutto viene buono per attenuare l’intensità delle piene. L’immissione della Molinara nel vecchio Lambro avviene attraverso una tubatura. Non tutta l’acqua però riesce a passare: una frazione invade, ebbene sì, il bosco, rallentando la propria forza.




Termine tecnico parlerebbe di laminazione di piena. Per evitare che l’acqua permanga troppo nel bosco, la sponda del fiume è stata rotta.

Poco lontano da qui, il paesaggio era un tempo impreziosito dalla Roggia Pelucca, uno dei pochi esempi di fontanile a nord della Bassa Pianura. L’origine dei fontanili rimonta all’XI-XII secolo. Probabilmente, furono inizialmente scavati con l’intento di bonificare le aree paludose e acquitrinose e in seguito vennero sfruttati per scopi agricoli, divenendo così caratteristici elementi del paesaggio padano, soprattutto lombardo. Il fontanile ha una struttura molto semplice: si compone di una testa a forma grosso modo circolare dalla quale si diparte un canale, l’asta. Nella zona della testa vengono infisse le cosiddette botti, delle strutture cave in legno a forma, appunto, di botte che favoriscono la fuoriuscita dell’acqua dal terreno, sfruttando falde in cui l’acqua è in pressione. Le botti possono anche essere fatte in cemento, oppure possono essere realizzate utilizzando tubi in ferro.

Oggi, il sistema della Pelucca – la prima porzione è tutta all’interno del campo da golf – è costituito da un'asta principale che parte dalla testa più grande e che incontra, un’asta secondaria proveniente da una testa più piccola. Un tempo c'era una terza testa: venne interrata e sostituita da un laghetto che abbelliva il campo da golf, successivamente, a cavallo tra gli anni '80 e i '90, a sua volta interrato. Il sistema è in realtà da tempo inattivo per l'assenza di qualsiasi forma di gestione; col tempo i fontanili tendono ad interrarsi. Il golf non ha mostrato negli anni alcun interesse per questo prezioso monumento della nostra storia.

Negli ultimi anni tuttavia non sono mancate le sorprese. In occasione di piogge consistenti la Pelucca ha ripreso a buttare acqua: è accaduto nel corso degli inverni 1993-'94, 1996-'97, 2000-'01, 2002-'03, e nel 2002 – in precedenza l'ultimo evento si era avuto nel 1976. In questi casi il serbatoio sotterraneo di alimentazione si riempie talmente da traboccare; l'acqua arriva a percorrere più o meno lunghi tratti nel letto della Roggia. Stai a vedere che quest’anno….

Le due aste sono piene d’acqua, che scorre, nel disinteresse dei più.

Qui l’asta principale.

Qui il ramo secondario (a destra nella foto) si immette nel principale.


Un progetto, coordinato e realizzato dalla Cooperativa REA, aveva cominciato delle operazioni di recupero del manufatto. Purtroppo non si prospettano tempi favorevoli: non sono previsti finanziamenti per proseguire e completare l’opera.

Nel letto ci sono dei tubi, posti curiosamente lungo l’asta. Ma questa è un’altra storia…

L’acqua non supera la Fasanera (attuale ristorante). A poco a poco si asciugherà tutto, la Pelucca assumerà aspetto più usuale.

lunedì 8 dicembre 2008

Amarcord: ovvero, qualche dato datato su uno dei nostri animali preferiti!


Si chiama Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus o, se preferite, gainera), e frequenta il Parco tutto l’anno, con popolazioni che variano nelle stagioni a causa degli spostamenti migratori e le dispersioni post-riproduttive. Vive in stretto rapporto con il Lambro, le sue rogge e la vegetazione ripariale. Ha un aspetto caratteristico (uniformemente scura, con colori che vanno dal blu al marrone, con l’eccezione di zone chiare sulle ali e nel sottocoda, ed un becco rosso dalla punta gialla) e una dieta molto variabile: “pascola” in acqua e sul terreno raccogliendo ciò che trova, dai germogli ai piccoli pesci, crostacei, insetti, vermi.

Graziosa e timida, ha sempre attirato la nostra simpatia, tanto da farci accarezzare l’idea di qualche studio dedicato. Nel frattempo, c’è chi ha avuto la pertinacia di annotare negli anni tutte le osservazioni condotte su questo animale. Si tratta di Edo che, appassionatosi alla vicenda, ha dedicato alla gallinella molte delle sue passeggiate al Parco negli ultimi anni e, su nostra sollecitazione, ha cominciato a mettere a sistema i dati raccolti. Proponiamo di seguito, senza la pretesa di fornire un lavoro scientificamente ineccepibile ma come esempio del rigore che sempre dovrebbe accompagnare l’attività sul campo, una summa delle sue annotazioni dell’anno 2001, con mille complimenti ancora al bravo Edo per la puntualità, la costanza e l’entusiasmo messo in questo lavoro.

Torneremo presto sull’argomento con nuovi dati, curiosità e spiegazioni!



Ricerca sulla gallinella: alcuni dati

Sollecitato da Alberto e Matteo riprendo le schede di osservazione di cui mi sono servito per monitorare la presenza della gallinella d’acqua nel parco di Monza.

Nel corso del 2001 sono state effettuate 13 osservazioni che si sono svolte in tutte le stagioni dell’anno e con condizioni climatiche e meteorologiche assai diverse.

Il monitoraggio si è concentrato in punti precisi del parco, in particolare si è preso in considerazione il prato a sud della cascina molini S. Giorgio, molto frequentato dalle gallinelle come luogo di pastura.

Altri luoghi monitorati con una certa frequenza sono stati la roggia dei mulini asciutti, la riva sinistra del Lambro a valle del ponte cieco, i tratti del Lambro immediatamente a valle del ponte Cavriga e del ponte dei Bertoli.

In altri punti le osservazioni sono state del tutto casuali.

Il lavoro si è svolto il sabato pomeriggio.

Oltre a contare il numero di animali presenti nei punti indicati si è anche cercato di descrivere il loro comportamento e l’eventuale interazione con altre specie.


Data

Sito

Numero di individui

24-2-01

S. Giorgio

25


ROGGIA DEI MULINI ASCIUTTI

6


Lambro a sud del ponte delle Catene

2

11-3-01

S. Giorgio

24

31-3-01

S. Giorgio

13

14-4-01

S. Giorgio

8

16-6-01

S. Giorgio

1

23-6-01

S. Giorgio

1

7-7-01

S. Giorgio

3

11-8-01

S. Giorgio

1

18-8-01

S. Giorgio

4

25-8-01

S. Giorgio

5 (2 adulti e 3 giovani)

8-9-2001

S. Giorgio

7

17-11-01

S. Giorgio

18

30-12-01

S. Giorgio

14


È interessante constatare come, durante l’estate, il numero di individui in pastura sul prato a sud della cascina S.Giorgio subisca una significativa contrazione, probabilmente legata al periodo riproduttivo (e all’assenza degli esemplari svernanti provenienti dal nord Europa, n.d.r.).

Come si vede è evidente la ripresa numerica autunnale.

Nel prato a sud della cascina è stata osservata l’interazione della gallinella con la cornacchia grigia. Le due specie normalmente si ignorano, ma in presenza di pulcini la gallinella diventa aggressiva.

A proposito di altre specie interessanti osservate è significativo il fatto che in data 11-8-01 venga osservato un Martin Pescatore a volo radente sul Lambro, circa 300 metri a valle del ponte Cavriga.

In data 8-9-01, un Martin Pescatore viene osservato, questa volta posato su un ramo, alla roggia dei mulini asciutti


Edo