“Ah, il Parco di Monza… famoso per il picchio rosso minore”,
così il Carol Tabarelli de Fatis su a Trento, in occasione dell’ultimo Convegno
Italiano di Ornitologia, esaminando la comunicazione che presentavamo sul
nostro Parco. “Il gioiello del Parco”, a dirlo un più nostrano Edoardo Viganò da Villasanta,
grande fotografo naturalistico.
Ebbene sì: il nostro Parco ospita una popolazione
significativa di picchio rosso minore, una specie non particolarmente diffusa.
Il nome richiama direttamente alle dimensioni: del gruppo dei picchi europei è
il più minuto. Rispetto ad altre specie della famiglia – a cominciare dall’appariscente
picchio verde – è più esigente in materia di habitat: per questo, non è così
presente. Lungo il Ticino o in alcuni settori del Pavese è ben rappresentato. E
poi c’è il Parco di Monza, con le sue 3-4 coppie. In ambito brianzolo anzi
lungo la Valle del Lambro, non è l’unica zona di presenza. Ci sono segnalazioni
anche per il Lago di Pusiano e di Alserio. Per queste due aree, possiamo
ipotizzare la nidificazione del simpatico pennuto. Ed esistono poi altri
settori per i quali abbiamo qualche osservazione.
foto: Massimo Brigo
Anni fa, correva il 2000, il sottoscritto ha effettuato un’indagine
nel Parco di Monza. Le uscite confermavano le 3-4 coppie storiche. Rimaneva però
la piccola e magica ossessione per il piccolo. Motivo non secondario, la sua
elusività. Malnatt: il nostro fa rivelare la sua presenza soprattutto nel
periodo metà febbraio – marzo, quando comincia la stagione riproduttiva e forma
il proprio territorio. Si fa udire anche ad aprile e maggio, ma in modo
discontinuo. E poi c’è una piccola ripresa nelle emissioni canore nel tardo
agosto.
La solita anima candidamente ottimista potrà replicare “be’…
se non si ode il suo verso… lo si potrà almeno vedere…”. T’el chì ca l’è rivaa,
per dirla in vernacolo. Il picchio rosso minore frequenta le parti alte delle
chiome degli alberi. Mica facile individuarlo. Ma, come in tutte le cose, c’è
sempre un trucco.
Nel periodo febbraio-marzo, il gioiellino del Parco risponde
abbastanza bene agli stimoli sonori. È la tecnica del playback, signori: si
invia il richiamo registrato e si aspetta la risposta. Il tutto secondo
protocolli fissati a livello universale.
La magnifica ossessione non colpisce solo il sottoscritto. Dall’anno
scorso, un gruppo di lavoro collegato al CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta)
di Varenna ha fatto partire uno studio sulla specie, nel territorio del Parco Valle
del Lambro, proprio usando la tecnica del playback. Obbiettivi: capire
esattamente dove nidifica e definire bene le preferenze in termini di ambienti.
Per quale diavolo di motivo, esempio, il piccolo sembra non utilizzare, o
quasi, il settore tra le mura settentrionali del Parco e i Laghi di Alserio e
Pusiano? Eppure, anche in questo ambito non mancano i boschi. Misteri. Per
risolverli, ci siamo attivati in più persone. Con il sottoscritto, Massimo
Brigo da Muggiò, Checco Ornaghi da Macherio, Italo Magatti da Monza, e Alberto Cavenaghi
da Eupilio. Ognuno cura una o più zone. Lo scorso anno, abbiamo confermato la
nidificazione nel nostro Parco (la foto di Massimo Brigo mostra proprio una
femmina nel Parco, vicina alla cavità nido), e raccolto decine e decine di
dati.
L’inseguimento del piccolo prosegue. E una volta di più le
indagini naturalistiche si fanno specchio dell’umana esistenza. La vita è dura,
è risaputo; le frustrazioni sono dietro l’angolo. E le uscite per il picchio
non mancano di dettagli non propriamente esaltanti. Un esempio su tutti,
direttamente dal taccuino di campo del sottoscritto. Tre uscite svolte fin qui
quest’anno, più diverse giornate di campo nel 2013. Contatti con il picchio
rosso minore: nulli. Come prevedibile, essendomi preso in carico le aree per le
quali non esistevano o quasi dati di presenza. Della serie: qualcuno che faccia
il lavoro sporco ci vuole sempre. Ma, come si dice, "anche il non-dato è un dato". E rimangono le impagabili sensazioni del lavoro sul campo. Ma queste, ma sa diss, sono altre storie.
Il blog seguirà il lavoro di campo. Se avete curiosità,
potete scrivermi: matteo.barattieri1@libero.it
Matteo Barattieri
Certamente un volatile affascinante...e la sua presenza nel Parco non fa che aumentarne il valore.
RispondiEliminaBravi! Complimenti a tutti coloro che si impegnano in questa ricerca
Edo
Grazie, Edo. Sempre puntuale. Se vuoi aggiornamenti sull'indagine, fammi sapere. Anche se molte uscite, come stamattina, si concludono con il taccuino privo di contatti con il piccolo e simpatico picchio.
EliminaSì Matteo, gli aggiornamenti mi interessano molto.
EliminaGrazie.
Edo