sabato 31 maggio 2008

Averla piccola, importante segnalazione!

L’amico Osvaldo Tita, fotografo ed appassionato di natura a cui abbiamo dedicato una delle gallerie fotografiche qui a lato, mi ha segnalato l’avvistamento di una averla piccola (Lanius collurio) nell’area dell’ex facoltà di Agraria. Il fortunato incontro è avvenuto il 26 maggio, ed Osvaldo lo ha documentato con la foto qui accanto che ritrae una femmina. Si tratta di un avvistamento di notevole importanza, visto che la specie è stata precedentemente censita ufficialmente nel Parco, e sempre nella stessa zona, solo nel corso dell’indagine dell’associazione Faunaviva per conto dell’Amministrazione Parco del 2004, e non era stato allora possibile appurarne lo status di nidificante.

Oggi, benché il territorio non abbia caratteristiche ospitali (sono state eliminate gran parte delle siepi e dei cespugli presenti fino ai lavori della fine degli anni ‘90), l’averla piccola ha dimostrato un inusitato attaccamento all’ambiente. In questo può essere stata in parte aiutata dalla presenza del cantiere permanente lungo il sentiero che conduce al rondò del cedro del Libano (mia foto a fianco) e dalle ultime vestigia delle vecchie siepi, dove l’animale può creare le proprie dispense di insetti cacciati infilzandoli sui rami spinosi.

La segnalazione valeva un sopralluogo immediato, che Matteo ed io abbiamo condotto stamattina, di ritorno dalla vasca Volano di Agrate (ambiente meno prestigioso del Parco di Monza, ma dove il paziente lavoro della natura garantisce ospitalità a molti animali, tra cui proprio l’averla piccola). Nessun avvistamento, purtroppo (picchi verdi e rossi maggiori, un inseguimento di gheppio da parte di una cornacchia, capinere, cinciallegre e fringuelli in canto, ma niente averla, sigh), ma non demorderemo… e bravo Osvaldo!!

giovedì 22 maggio 2008

Il picchio rosso minore: gradita conferma

Segnala Riccardo Tului su un forum di birdwatchers lombardi che il 15 maggio, intorno all'ora di pranzo, ha avvistato un picchio rosso minore nei giardini della Villa Reale, presso il tempio ionico. La notizia ci è particolarmente gradita dal momento che confermerebbe la presenza di questo piccolo picchio (ha le dimensioni di un passero) riservato e poco loquace in questa zona del Parco, a ben 8 anni di distanza da un censimento condotto dal sottoscritto e da Matteo Barattieri. Tra gennaio e giugno 2000, con il metodo del playback (simile a quello adottato per il censimento dei rapaci notturni di cui ha già scritto Matteo), "battemmo" il Parco rilevando, da 42 punti di ascolto, la presenza di 4-5 territori di questa specie, riuscendo anche a seguire la nidificazione di una coppia nel Bosco Bello!
Benritrovato, quindi, e complimenti a Riccardo per la preziosa segnalazione!!

martedì 13 maggio 2008

Il cuculo è tornato

Sono stato alcuni giorni lontano dal Parco e questa mattina, alle 9.30 (ora legale) ho sentito, per la prima volta quest'anno, dalle finestre della cascina Frutteto il primo canto (inconfondibile) di cuculo della stagione. Il cuculo, uccello migratore dal noto comportamento parassita (depone infatti le uova in nidi di altri uccelli, di taglia inferiore, affidandogli l'inconsapevole ruolo di genitori adottivi) è tra gli ultimi ad arrivare dai quartieri di svernamento.
Probabilmente la mia è una osservazione tardiva, e qualcuno di voi avrà sentito il "cucù" già nei giorni scorsi. Ogni segnalazione in merito è preziosa. La gara è aperta...

domenica 4 maggio 2008

Lavori al Parco: qualche commento...

Ci scrive Daniela:

Ciao,
trovo che le protezioni blu intorno alle piantine messe a dimora (vedi "Un po' di confusione: botta e risposta sui lavori al Parco", del 24 aprile n.d.r.), essendo cosi' ben visibili, servano anche ad evitare di calpestare, magari inavvertitamente, gli alberelli.
Sono invece piuttosto perplessa in relazione alla ringhiera in ferro che e' stata posta alla sommita' della collinetta del belvedere, dove sono stati abbattuti alcuni cedri. Mi sembra davvero brutta e fuori luogo. A cosa dovrebbe servire? Se ne vedono sempre di piu' anche in citta' in posizioni che, spesso, non presentano alcun pericolo. Dubito infatti che vi siano aspiranti suicidi dalla collinetta. Avete ulteriori informazioni?
Grazie. Ciao
Daniela Centemeri


Le richieste di Daniela offrono lo spunto per parlare brevemente di due importanti opere in fase di realizzazione nella zona del parco a sud di viale Cavriga.
La prima, il ripristino della collinetta del belvedere, è consistita fondamentalmente nel ripristino della visuale prospettica del viale Mirabello dalla collinetta prospicente il laghetto della Valle dei Sospiri (a fianco, il viale Mirabello visto dal "nuovo" belvedere). Per fare ciò sono stati abbattuti alcuni cedri sul declivio nord della collinetta, e sono state effettuate potature dei filari che costeggiano il tratto iniziale del viale Mirabello. A corredo dell'opera, sono stati realizzati lavori di semina del terreno alla base del belvedere, e la famigerata ringhiera che ne circonda la sommità, forse ispirata alle stampe del Sanquirico (?). Dal punto di vista ambientale (l'asse portante del nostro blog), non ho nulla da obiettare sui lavori condotti. L'abbattimento di pochi cedri, essenze non autoctone e dall'interazione irrilevante con l'ambiente circostante, e la realizzazione della ringhiera poco aggiungono e poco tolgono al valore del sito.
Ad altre sensibilità la parola sul tema del senso estetico, filologico, ecc...


Più delicato a mio avviso il secondo intervento, condotto presso il rondò del cedro del Libano, nell'area ex facoltà di Agraria. In questo caso, il disegno originario del Parco prevedeva che dal rondò si dipartissero dieci viali, con aperture prospettiche sugli ambienti circostanti. Nel tempo, la scarsa frequentazione e la diversa "destinazione d'uso" hanno determinato la scomparsa di alcuni dei viali ad pera della vegetazione. L'intera zona dell'ex-agraria ha assunto connotazioni
"selvagge" che hanno favorito la biodiversità locale. L'area è stata poi oggetto di drastici interventi di riqualificazione con i finanziamenti della L.R. 40/95 (riduzione delle boschine, apertura di una nuova porta su via Lecco, ricostituzione di viali, piantumazione del filare di ippocastani, ecc) che hanno - ahimè - banalizzato il territorio dal punto di vista naturalistico.
L'ultimo atto è l'apertura degli ultimi 4 viali sul rondò del cedro (a fianco, in blu nella cartina). Opere, sia chiaro, ineccepibili e ben gestite dal punto di vista progettuale e realizzativo, probabilmente preziose per chi conserva l'idea di un ripristino filologico del Parco (anche se mi sembrano sempre più palesi le incongruenze tra l'obiettivo del ripristino filologico e gli ingombranti anacronismi di inizio XX secolo), ma che più di un rammarico lasciano a chi vede nel parco una potenziale risorsa per specie animali e vegetali che il territorio circostante non è più in grado di sostenere.
Alcuni anni fa conducemmo un censimento della popolazione di picchio rosso minore, specie non a rischio ma localizzata e di difficile studio. Uno dei (pochi) territori rilevati era proprio nell'area degli ultimi interventi. Che ne sarà stato?


A fianco, due dei quattro nuovi viali, sul lato meridionale del rondò del cedro (foto A.Confalonieri)