Foto: Gaetano Nava
Lo spunto da un testo di Edo Melzi, che ogni tanto invia qualcosa per il blog. Scrive l’Edo:
“””””””””””””””””””””
Metti una domenica pomeriggio d’inizio ottobre che sembra fine giugno o addirittura luglio. Metti il laghetto della Villa reale con le sponde affollate da un flusso incessante di persone. Sono circa le 15.30 e le acque sono animate da un numero imprecisato di germani reali e di tartarughe dalle considerevoli dimensioni; a pelo d’acqua nuotano pesci enormi e gli stessi cigni li osservano con una certa preoccupazione. Mi incuriosisce la presenza di due gallinelle d’acqua che nuotano disinvolte al centro del laghetto. Non mi risultava frequentassero quest’area. Poco dopo noto che uno di questi uccelli staziona su un isolotto al margine del laghetto stesso, all’incirca in prossimità del bar Torretta. La gallinella in questione è letteralmente circondata da un folto gruppo di tartarughe che si sono impossessate dell’isolotto.
Il parco riserva sempre sorprese.
Edo
”””””””””””””””””””
In realtà, da tempo le nostre adorabili gallinelle frequentano il Laghetto della Villa Reale tanto da finire inevitabilmente sui taccuini dei censimenti degli acquatici svernanti. I numeri sono bassi: gli effettivi registrati non arrivano a coprire le dita di una mano. Poco importa: è specie selvatica, ancorché molto adattabile all’umana presenza, e dunque meritevole della nostra attenzione. Non ha la nobile altezzosità del rapace, né le capacità canore di molti passeriformi. Non gode nemmeno di status di rarità, quarto di nobiltà che garantisce inevitabile e inossidabile attrattiva per fotografi e sbinocolatori. Ma è specie simpatica e affascinante, forse proprio per il suo umile porsi alla nostra attenzione. E non manca di particolarità interessanti. L’aspetto massiccio non tragga in inganno: la nostra è anche in grado di rimanere in equilibrio sulle canne di palude; quando è il caso, riesce anche a immergersi completamente e a concedersi nuotate subacquee.
Abita sempre le zone d’acqua, rimanendo in genere sulle rive, possibilmente nascosta nella vegetazione; non disdegna però di pasturare sui prati. Il nostro Edo lo sa bene, per un lungo periodo ha seguito le gallinelle che frequentano i prati della Cascina Molini di San Giorgio (il settore è a ridosso della sponda sinistra della Roggia Molinara); è uno dei fenomeni più classici: tracce (costanti nel tempo) di natura nel nostro Parco. Dal prato dei Molini di San Giorgio le gallinelle si spostano verso il vicino Lambro, e viceversa. Quando la neve ricopre il suolo, le impronte sono ben visibili. Ma queste sono storie invernali.
Un grazie a Edo per il materiale inviato, e alle gallinelle, di esistere.
Le foto di Gaetano Nava sono state scattate alla Vasca Volano di Agrate Brianza.
Matteo Barattieri