sabato 30 maggio 2020

La magia dei pennuti rosa. Ovvero: occhi aperti, ragazzi!


La magia dei pennuti rosa. Ovvero: occhi aperti, ragazzi.
foto di: Giovanni Fontana (CROS Varenna).

Lo storno roseo: bellissimo pennuto dalle tinte rosa. L'istantanea del sempre bravissimo Giovanni Fontana ci mostra questo uccello nel suo splendore. In questi giorni, è in corso una invasione. La specie abita a Oriente: Turchia, Russia, Armenia. In alcune annate, però si hanno consistenti movimenti - invasioni, appunto - verso altri settori, più ad Occidente, ad esempio. Dispersioni che interessano anche il nostro paese.

Qui in Lombardia, li stiamo osservando in vari luoghi, questa settimana: su a Colico e al Pian di Spagna, nel Milanese...
Oggi, 30-5-2020, ne ho avvistati 3 alla Vasca Volano (Agrate Brianza, MB). Bel colpo di fortuna: la mia osservazione è durata lo spazio di qualche istante. Poi: spariti.
Occhi aperti ragazzi: controllate ciliegi e gelsi. Gli storni rosei sono golosi di frutta. E se li avvistate, fate un fischio!

Matteo Barattieri - Comitato per il Parco di Monza

giovedì 21 maggio 2020

Predazione in giardino (1 maggio 2020)


                                              PREDAZIONE IN GIARDINO
Che sia un piccione non c’è dubbio: le ali sono inconfondibili. Dell’animale resta ben poco. Chi l’ha divorato? Si tratta di due cornacchie grigie. Ma andiamo con ordine: mio fratello mi dice che due cornacchie hanno assalito e divorato un piccione. Non ha direttamente assistito alla scena ma aveva visto, poco prima, i due corvidi braccare il piccione, probabilmente malato o anziano, che cercava di ripararsi in una siepe. Nulla da fare comunque per il malcapitato volatile. La cornacchia grigia (Corvus cornix) è animale onnivoro, dallo spettro alimentare assai ampio. Si nutre di bacche e semi, ma depreda i nidi di altri uccelli, non disdegna gli animali morti e, se capita l’occasione, preda piccoli animali o altri uccelli in difficoltà.
Nell’equilibrio ecologico-ambientale svolge un ruolo prezioso, come tutti gli animali spazzini. Va aggiunto che è un volatile estremamente intelligente, che sa elaborare strategie…
E così il giardino di casa diventa palcoscenico di immagini che siamo abituati a vedere solo nei documentari.

Edo Melzi

martedì 19 maggio 2020

SPARA CHE DI PASSA Petizione contro la deregolamentazione della caccia in Lombardia

SPARA CHE TI PASSA

Non è difficile da capire.
La distruzione degli ecosistemi e, nel dettaglio, la distruzione, la cattura, la detenzione di fauna selvatica sono all'origine delle pandemie.
Parrebbe evidente. Ma non lo è. Non lo è per tutti quegli amministratori pubblici che stanno scatenando una ondata contro la fauna selvatica.

Il governo lombardo non è da meno.
Eccoli, con una legge che stabilisce deroghe e altre cose:

• Riapertura in via amministrativa degli impianti di cattura dei richiami vivi con le reti (roccoli) e della caccia in deroga a specie protette (Fringuello, Storno e Colombo torraiolo).

• Saranno votate in Consiglio nuove modifiche alla Legge regionale 26/93: le Guardie Venatorie Volontarie dovranno indossare giubbino e copricapo ad alta visibilità, mentre i cacciatori potranno utilizzare il visore notturno nella caccia di selezione al cinghiale, che verrà praticata tutto l'anno.

La caccia in deroga comporta sanzioni (leggi multe): le pagheranno i cittadini. I roccoli citati vengono finanziati con soldi pubblici (200mila euro quest'anno), mentre non ci sono soldi per i tamponi.

La norma sulle guardie venatorie volontarie è una ulteriore schifezza: dovranno essere visibili. Sarebbe come proibire ad un poliziotto di svolgere indagini in incognito. Ricordo che molti bracconieri (ricordo che il bracconaggio è un reato) vengono proprio beccati vestendosi con abiti mimetici.

Firmate anche voi questa petizione
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https://www.change.org/p/stop-deregulation-venatoria

giovedì 14 maggio 2020

13-14 maggio 2020 - Parco: tra riaperture e migratori, e i soliti vecchi problemi



Due giornate di riapertura sperimentale, 13 e 14 maggio. Si può tentare un bilancio. Sono stato in loco nelle due mattinate. Va be', l'obbiettivo era invero parziale: controllare nidificanti e migratori. Altri sbinocolatori erano attivi: Italo Magatti, Massimo Brigo e Francesco "Checco" Ornaghi. E Marco Casati in aggiunta. Distanze di sicurezza e mascherine d'ordinanza: non preoccupatevi. Ci siamo mossi anche, in parte, separati, come vuole la migliore tradizione. Non tanto le esigenze di igiene quanto la necessità di coprire il campo. Gioiellino della giornata: lei, l'averla piccola. Specie che piace sempre, per la bellezza dei colori. Le mie foto, penose, rendono poco: potete vedere il maschio, con la tipica mascherina nera.






L'averla piccola è specie fortemente in calo da tempo, per colpa di pesanti alterazioni degli ecosistemi, legate ad interventi dell'uomo. La scomparsa di ambienti marginali, siepi e affini sta rendendo le averle sempre più minacciate.
In questi due giorni al Parco, diversi esemplari in migrazione. Ne abbiamo contati almeno otto.
E i cittadini? La giornata di ieri, 13 maggio, fa poco testo. Pioveva, porca sidela. Quindi, non sono stati molti i cittadini che hanno battuto strade e stradine del Parco.
Da anni, in questo periodo si fanno notare. Difficilmente, potranno fermarsi a nidificare: gli habitat favorevoli sono, ahinoi, poco presenti; ne parleremo poi.
Oggi, invece, una folla consistente ha varcato i cancelli. Si registra una complessiva buona condotta: soggetti distanziati tra loro, mascherine tolte solo secondo il protocollo. Insomma, un sostanziale autocontrollo. E il controllo? Qualche pecca va segnalata. Ieri, ore 13: Porta Monza sguarnita. Oggi, tra le 11 circa e le 11.25: Porta Monza sguarnita, mentre la gente affluiva. Non è il massimo.
Sicuramente, è saggio non aprire anche nei fine settimana, almeno al momento. Annotiamo, purtroppo, i soliti cani lasciati liberi da padroni poco rispettosi delle regole e della fauna selvatica. E le averle piccole e affini? Be', sarebbe da lanciare una campagna per creare zone a incolti, a siepi e ambienti simili. Basterebbe utilizzare a questi scopi alcuni ettari, per ottenere interessanti risultati pro biodiversità. Ma ci torneremo. Rimane da salutare un picchio verde sbarazzino, posato su un palo.


Matteo Barattieri - Comitato per il Parco di Monza