domenica 29 maggio 2022

Il caso Trotta

 Riporto qui un post uscito questa mattina (circa un'ora fa) sulla pagina "A Monza x esempio". Va be', è un gruppo schierato ma contiene spunti per noi utili.

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Allevi strumentalizza il concerto di Springsteen e manda su tutte le furie lo storico promoter del Boss.
Claudio Trotta, l'anima italiana di Springsteen, lo ha scritto a chiare lettere (e pure maiuscole) sulla bacheca facebook di Allevi: “ELIMINATE IMMEDIATAMENTE QUESTA SCHIFEZZA NON AUTORIZZATA MAI HO CONSENTITO L'UTILIZZO E LA STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA DEI CONCERTI DI BRUCE”. Un commento duro, ma necessario, visto che il sindaco sui propri social è riuscito a incensarsi (ma lui poco c'entra con la decisione del Boss di suonare a Monza, più avanti vi spieghiamo perché) e anche a farsi campagna elettorale, ricordando a tutti il giorno delle elezioni.
L'infelice uscita e la conseguente presa di distanza del promoter dell'artista hanno indotto il sindaco a cancellare in tutta fretta il post. Ma la rete non perdona, in molti hanno fatto lo screen shot di quanto è accaduto e ora il tam-tam sulla figuraccia di Allevi sta invadendo le bacheche dei social.
Un gesto di pessimo gusto, inopportuno e tra l'altro privo di qualsiasi fondamento, quello di Allevi. Intanto, è riuscito a intestarsi meriti che non sono suoi. Il Boss ha scelto Monza, dopo aver verificato che San Siro aveva tutte le date occupate. Col recupero dei concerti saltati nelle ultime due stagioni a causa del Covid, tutti gli slot erano già occupati. Da qui la decisione di virare su Monza. Non c'è stato alcun lavoro di accordi e nessun fantomatico modello Monza. A Milano non c'era posto e si è scelta una location alternativa.
Per non parlare dell'idea di farsi pubblicità elettorale con un evento che è tutto fuorché politico. Allevi è riuscito a spedire sullo sfondo la musica e lo spettacolo strumentalizzando un evento che i fan di Springsteen attendono da anni. Ovviamente è stato subito rimesso ed è stato costretto a un clamoroso dietrofront.

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Parco di Monza per sempre: 2132

 e siamo a 2132 iscritti al nostro gruppo Facebook Parco di Monza per sempre

avanti così



Ibis sacro: prima segnalazione

Ibis sacro: prima segnalazione per il Parco.
L'immagine è tratta dal filmato di Giuseppina Fadigati, alla quale dobbiamo la segnalazione. Filmato pubblicato sul nostro gruppo Facebook Parco di Monza per sempre. 25 maggio 2022, sul Lambro, zona Ponte delle Catene. A monte del Ponte. La specie è dannosa ed invasiva. Nelle nostre zone è presente da tempo. nel Nord Italia è in forte espansione. Ha impatti negativi sulle nostre specie di aironi.
Nella nostra provincia è piuttosto attivo ultimamente nell'area di San Nazzaro (Bellusco), Oldaniga e Ruginello (Vimercate). E nel vicino Agratese.

Un grazie a Giuseppina Fadigati.











sabato 28 maggio 2022

Chitarre e pasticci propagandistici

 interessante......
ecco cosa scrive Shawn Guidi oggi sulla sua pagina Facebook

""""""É ormai notizia diffusa l’arrivo di Bruce Springsteen a Monza per un concerto nel parco nel 2023. Nonostante aver letteralmente chiuso la Villa Reale e allontanato ogni grande evento dalla città, il nostro magico sindaco Dario Allevi ha voluto comunque toccare l’argomento “The Boss”.
Se credevate che la retorica della destra monzese fosse arrivata finalmente ad un limite, preparatevi a ricredervi, sapete come ha deciso di parlare del concerto il sindaco uscente? SCEGLI ALLEVI PER BRUCE SPRINGSTEEN.
Se non fosse già surreale, sotto al post, “stranamente” eliminato, potete leggere il commento di Claudio Trotta, produttore e promotore italiano di Bruce, ovviamente totalmente ignaro di questa ennesima triste strumentalizzazione.
Primo grande evento dopo anni di nulla e rischiamo di perderlo a causa di giochetti elettorali del genere, vogliamo davvero dare in mano la città per altri 5 anni a questi personaggi?





Tutti pazzi per le averle (più o meno)



Eccola qui, la nostra averla piccola. Specie un tempo diffusa, e da anni in forte calo. Una specie simbolo delle aree rurali, aree sempre più martoriare da una agricoltura troppo intensiva.
L'averla piccola necessita di siepi e cespugli, e posatoi dai quali partire per cacciare le sue prede. Tutta roba che sta sparendo dagli ambienti agricoli. Non solo: l'uso massiccio di pesticidi è causa della diminuzione degli insetti, base della piramide alimentare, che vede l'averla posizionata nella parte alta.

Una rassegna di belle istantanee, con il nome dei relativi autori.

E un compito per tutti: teniamola d'occhio. Chissà che non nidifichi. Sarebbe un dato di grande significato per il nostro Parco. Sarà difficile: troppo il disturbo. Però, però: non si sa mai. 
Nidifica più tardi rispetto ad altri passeriformi ed è molto schiva. Ci accorgiamo della nidificazione quando vediamo i giovani in giro con gli adulti. Abbiamo il mese di giugno per controllare la situazione: occhio a cespugli e simili.

foto di Mario Maino: un maschio 14/05/22 - Mirabello


ancora Mario Maino
14/05/22 - Mirabello - Averla Piccola (F) con preda



sempre Mario Maino: un bel maschio in volo
14/05/22 - Mirabello


Qui sotto invece è la volta di Roberto Petarle, un altro dei nostri speciali fotografi, sempre pronto a cogliere qualche bella specie.
Averla piccola ♀️ tra i carpini del Mirabello
07/05/2022



Sempre Roberto Petarle in azione con la sua digitale: grazie e avanti così.
Le foto che seguono sono sempre datate 7 maggio 2022. "nei pressi di viale Mirabello", scrive Roberto.






Matteo Barattieri

mercoledì 25 maggio 2022

Tra vergogna e schifo

 Parco: tra vergogna e schifo

La notizia, credo, è di dominio pubblico. Nel luglio 2023, si svolgerà nel Parco un concerto da 100mila persone (Springsteen). Sul prato della Gerascia, un prato storico, uno dei più importanti del nostro Parco, già danneggiato (non ha ancora recuperato) dai concerti voluti da Scanagatti (precedente giunta monzese). Sarà il colpo di grazia.
Il tutto ha un solo scopo: assicurare un poco di euro all'autodromo che, come sapete, ha i bilanci in rosso da tempo. Il progetto complessivo è trasformare l'area del circuito in una zona divertimenti, magari chiusa alla pubblica fruizione per gran parte dell'anno.
Come sempre, noi del Comitato Parco siamo e saremo soli a dar battaglia contro questo scempio. Nessuna delle liste che partecipano alle amministrative monzesi è contro questa ennesima vergogna, possiamo esserne certi: una serie di soggetti cui del nostro Parco interessa niente.
Come referente per un gruppo di volontari per il Parco, sono doppiamente arrabbiato. Per le nostre attività, anche per pulire una porzione di bosco, dobbiamo firmare fior di carte. E - udite, udite - garantire che lasceremo le aree interessate dalle cose che organizziamo nelle stesse condizioni di partenza. Eh, sì: organizzate una passeggiata da 20 persone? Bene, dovete garantire quanto appena detto, presentare statuto della vostra associazione, allegare la polizza assicurativa. Vi dimenticate di allegare la mappa della zona interessata dal vostro evento? Ebbene sì, è appena successo ad una associazione: il vostro evento rischia seriamente di saltare.
Ci sono dei responsabili di questo scempio? Certo, si chiamano Consorzio Parco e Villa Reale (rilascia le autorizzazioni) e sindaco di Monza (in quanto presidente del citato Consorzio). Se volete protestare, eccovi i contatti:
Consorzio Parco e Villa Reale
tel 039 39464
posta elettronica segreteria@reggiadimonza.it ; direzione@reggiadimonza.it
Sindaco di Monza segrsindaco@comune.monza.it






venerdì 13 maggio 2022

Come è verde la mia valle ovvero qualche riflessione sulle aree prative

 Come è verde la mia valle ovvero qualche riflessione sulle aree prative

Scrive Michele Varin sul nostro gruppo Facebook Parco di Monza per sempre:

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#NoMowMay è una sorta di movimento che mira a spostare lo sfalcio dei prati dopo il mese di maggio per assicurare alle api i fiori per bottinare e anche per favorire la propagazione delle piante da fiori. In Francia ho visto anche prati dove venivano lasciate delle "isole" non sfalciate per lo stesso motivo.

Potrebbe essere interessante fare un ragionamento simile anche al Parco di Monza?

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Ne ho parlato in un documento che ho caricato tempo fa su questa pagina e che contiene una serie di proposte per migliorare le condizioni della fauna nel nostro Parco. Ecco, di seguito, la parte che ho dedicato alle aree prative. L'idea di Michele è da sostenere e da promuovere. Proveremo a sottoporla al Consorzio Parco e Villa Reale. 

Di più: ritengo sia il momento di stendere un vero e proprio protocollo di gestione per le aree prative. Ricordo che un documento di questo tipo non esiste. Le zone a prato del Parco sono curate dalla azienda Colosio (Cascina Molini di San Giorgio). L'azienda provvede a sfalcio e concimazione (con letame) dei prati in base ad una convenzione col Consorzio. questa attività non ha costi per il citato Consorzio. 

Solo per due prati (Gerascia e Roccolo) l'azienda paga una quota.

I prati dei Giardini della Villa Reale sono in carico ad una azienda di servizi esterna.

Qui sotto, il testo riguardante le zone a prato, che avevo buttato giù tempo fa.

Aree prative, incolti, e colture a perdere

Coprono una estensione non indifferente ma godono, in qualche modo, di minore considerazione rispetto ai boschi. Vengono vissuti dai frequentatori del Parco soprattutto come scenari per attività di tipo ricreativo. Intendiamoci: la funzione del Parco come luogo per il tempo libero è centrale e non va messa in discussione. Per i settori prativi deriva, però, un impatto non da poco: un problema da affrontare. Anche se il calpestio, va detto, tende a concentrarsi in poche aree.

L’attività regolare di sfalcio ha permesso che col tempo si formasse una comunità vegetale e, soprattutto, che si consolidasse il manto erboso. Si arriva così alla formazione del cosiddetto prato stabile, ambiente prezioso e, alcune parti d’Italia, tutelato da specifiche categorie di aree protette.

Nella nostra Brianza, ci dicono gli esperti, possiamo trovare fino a 40-45 specie di piante erbacee nei prati stabili: non male. E nel Parco? Sempre gli esperti ci dicono che la comunità vegetale è un po’ più povera. Uno dei lavori da svolgere a breve sarà un aggiornamento dei dati relativi. Quali erbe abitano i prati del nostro Parco? Come sono distribuite? Esistono lavori svolti nel passato ma rimontano, ahinoi, agli anni ’90.

Anche se il calpestio tende a concentrarsi soprattutto in alcune porzioni, il disturbo per le specie animali e vegetali nelle aree prative è, comunque, complessivamente sostenuto. A titolo sperimentale potranno essere circoscritte piccole superfici di prato, vietandone l’accesso, e riducendo opportunamente o guidando gli sfalci. Il provvedimento avrebbe anche obiettivi scientifici: valutare l’evoluzione dell’ecosistema (variazioni nel numero e nel tipo di specie), e operare dei confronti con altri settori lasciati all’intervento e alla frequentazione dell’uomo. Allo stesso modo, dovrebbe essere steso un preciso protocollo che definisca una sorta di piano per la gestione dei prati, con attenzione, va da sé, per gli aspetti naturalistici.

Le zone di confine tra boschi e prati sono, nella stragrande maggioranza dei casi molto nette: mancano zone graduali di passaggio dall’uno all’altro ecosistema. Questi settori hanno importante ruolo ecologico: forniscono preziosi spazi per tante specie vegetali e animali (in particolare invertebrati, farfalle su tutti). Anche in questo caso, lasciare alla propria evoluzione naturale o guidare in maniera ragionata lo sviluppo di strisce di vegetazione a cavallo tra prati e boschi accrescerebbe la biodiversità. Per i frequentatori del Parco, la possibilità di osservare interessanti specie come le citate farfalle.

Alcuni settori potrebbero essere trasformati in superfici lasciate ad incolto, ovviamente guidato da opportuna gestione, per evitare il comparire di vegetazione infestante. In qualche zona, invece, potrebbero esser insediate colture a perdere – un esempio classico sono i girasoli –. Ricordiamo che lo stesso Parco Valle del Lambro ha realizzato interventi di questo tipo, per i quali, peraltro, esistono forme di finanziamento. Un settore del Parco candidabile per le operazioni appena menzionate si può individuare nelle zone a ridosso della Cascina Molini Asciutti: i prati di questa parte del complesso non sono particolarmente frequentati dai visitatori. Risulta quindi più agevole muoversi.







Le mani nel torbido ovvero cala il sipario sui nostri rospi

Chi mi conosce sa che, crapone come pochi, difficilmente mollo la presa. La lunga campagna pro rospi può essere efficace esempio. Ma esistono momenti e situazioni in cui siamo costretti a lasciare l'agone. Giovedì 12 maggio mi chiama il sempre bravo Mario Maino: la pozza è asciutta. E nessuna traccia di girini.

Ormai, conveniamo, siamo ai confini dell'accanimento terapeutico. Possiamo mica pretendere che il Consorzio porti acqua alla pozza ad ogni piè sospinto. Più di tutto poté la siccità. E, confessiamo, qualche imperizia nei lavori di sistemazione della nostra pozza. 

In una prima fase, 1 maggio, abbiamo avuto la nascita di qualche embrione: il tutto si era fermato a quello stadio. Questa settimana, il caldo ha bloccato qualsivoglia stadio successivo alla deposizione delle uova.

Una annata sfortunata, insomma. Nelle difficoltà, è fondamentale mettere in cantiere da subito adeguate reazioni. Il nostro piccolo gruppo di volontari sta già preparando la prossima campagna.

Le foto che seguono sono del citato Mario Maino. Un ringraziamento va a tutti quelli che han dato il loro contributo. Tra gli altri, la azienda Colosio, sempre pronta a portare acqua alla pozza. Ringraziamo anche il Consorzio Parco e Villa Reale che non ha mai fatto mancare il proprio appoggio, anche concreto.

L'appuntamento è per i prossimi mesi.


Quel che resta della pozza.


La zona scavata dal passaggio del trattore.

Ancora la nostra pozza.


E ci sono sempre i minus habens che lasciano in giro i cani. Non oso pensare a cosa sarebbe successo se nella pozza ci fossero stati i girini.


Matteo Barattieri


I devastanti e dannosi parrocchetti: uno scritto di Mauro Banfi

 Riflessioni di Mauro Banfi su alcune specie esotiche dannose e devastanti: le pubblichiamo volentieri. I parrocchetti dal collare e monaco: specie presenti anche da noi, e da eliminare il prima possibile, altrimenti saranno guai.


Comunque vada, resterò fino alla fine insieme all'ultimo rondone di Pavia.
-Perchè sono sparite le rondini di Pavia e adesso ci sono ovunque parrocchetti monaco e dal collare-
"A Pavia, sotto al portico della stessa casa in cui abito, nidificano 6 o 7 coppie di Rondini e raramente è successo che, in 18 anni che vi abito, li abbiano aggiustati. Non è mai aumentato il numero delle Rondini che vi nidificano, nonostante nella buona stagione abbiano sempre deposto due covate e i giovani seguano sempre le madri. La stessa cosa ho potuto notare in due Rondini che avevano il nido dentro la stanza di un’altra casa, mai aumentate in numero di coppie nonostante abbiano sempre involato i loro rondinotti. È evidente, quindi, almeno per i casi che ho potuto seguire, che i giovani non costruiscano il nido nello stesso luogo dove sono nati."
Nel PRIMO OPUSCOLO dei "CINQUE OPUSCOLI SU DIVERSE SPECIE DI RONDINI E RONDONI" del naturalista Lazzaro Spallanzani, il grande biologo ricorda che a Pavia una volta vivevano le rondini, che il naturalista ricorda nidificare e vivere nelle sue due abitazioni pavesi.
A Pavia, dopo il 1778, Spallanzani abitò al civico 12 dell’attuale via S. Martino, allora nella contrada del Collegio Castiglioni.
Giunto in città nel novembre 1769, tra il 1770 e il 1778 abitò nell’ex convento di San Epifanio, attuale sede dell’Istituto di Botanica.
Ho parlato con persone che vivono in quella zona, e i loro nonni hanno tramandato il ricordo delle rondini che vivevano a Pavia.
Ora non ci sono più nella città delle trenta torri...dove sono finite?
Mi trovo qua davanti al Castello Visconteo: questa sorta di ignominioso far-west biologico dove a farla da padroni sono i predatori; questa sottospecie di museo dell'orrore a cielo aperto dove le taccole (da escludere, in quanto specie autoctona; n.d.r.), i parrocchetti dal collare, verdi e blu cobalto, e i parrocchetti monaco -una recentissima assurda new entry nella galleria degli orrori- si apprestano a fare mattanza dei pulli di ogni specie, tra cui i passeri e i nostri amati rondoni.
Ogni tanto faccio due chiacchiere con gli altri naturalisti che studiano il museo degli orrori; ci sono quelli che fanno le "fotine" per il loro sito, ci sono i ricercatori sul campo "temporanei", che studiano gli uccelli tre mesi, pubblicano la tesi e poi partono per studiare altra biodiversità in bei posti al mare o in montagna.
"Sai Mauro, per unire l'utile al dilettevole..."
Ci sono poi i darwinisti, quelli per i quali la selezione della specie e l'istinto di conservazione ci devono spingere a comprendere l'immondo e orrendo spettacolo dei parrocchetti che masticano i pulli di rondone...
"Guarda che io sono Tolkeniano più che darwiniano o nicciano, caro amico...i rondoni sono sacri perchè appartengono alla mistica musica di Eru/Iluvatar e perchè non si limitano a lasciare i propri geni sulla terra, ma li fanno volare!
Hai mai visto il primo volo di un pullo di rondone, caro darwiniano, hai mai studiato il mistico e biologico sovrapporsi delle loro tre ondate vitali per dare slancio a una nuova vita volante? No...hai l'anima piena di materialismo, di nichilismo, di tenebra...lasciamoci da buoni amici, ordunque, sono uno che si sveglia presto mentre gli altri dormono o darwineggiano..."
Ci sono poi quelli da cui imparo molto, come quel naturalista di Roma che mi ha parlato dei loro parrocchetti monaco e dei disastri che combinano o quello di Genova che mi ha parlato del loro "Amazzone fronte blu" (Amazona aestiva), un predatore ancora più grande, forte e specializzato in uova, pulli e tutto ciò che è commestibile.
Lasciamo Jurassic Pavia e torniamo alla domanda: "Perchè non ci sono più le rondini a Pavia?".
Perchè è una delle città più inquinate della Lombardia che è la regione più inquinata d'Europa? Anche.
Perchè è diventata una città assolutamente refrattaria alla natura e solo dedita a quella letale forma particolare di cultura chiamata consumismo? Anche.
Le rondini a Pavia sono sparite perchè sono l'unico a essersi posto il problema dai tempi di Spallanzani a oggi.
La stessa indifferenza con cui degli emeriti ignoranti rilasciano dei pappagalli sudamericani -trasgredendo tra l'altro il codice penale- in territorio padano è la stessa abulia che ha annientato le rondini e sta facendo lo stesso con i rondoni.
Sul perchè si liberano queste efficienti macchine di morte colorate mi hanno raccontato storie di ogni genere,ed è davvero difficile parlare solo del peccato senza citare i peccatori. In nome della libertà -di un'idea completamente sballata di libertà che qua in Italia trova sempre proseliti-, in nome di una festa per celebrare dei successi scolastici o amorosi o erotici o commerciali o industriali...qua mi fermo.
La libertà di trasformare il Castello Visconteo in un museo degli orrori che getta il discredito sulla città della scienza e delle Università?
La libertà di annientare il sacro popolo dei rondoni, degli angeli, degli Ainur, della sacra melodia di Eru/Iluvatar?
Quel Castello non è natura è cultura: un tempo era una foresta di farnie, dichiarata sacra dai druidi celtici...poi è stata rasa al suolo dai genieri romani e dai nerboruti taglialegna longobardi, prima barbarici e poi cristianizzati...ed è diventato cultura! Capite: cultura!
Il vostro Darwin non c'azzecca un fico secco.
Al posto di adottare l'idea rinascimentale della riduzione selettiva preferite la barbarie di un Castello storico abitato da pappagalli esotici? E' cultura, è solo una decisione culturale...lasciate la natura a noi naturalisti; ma a quelli come me, che stanno sul campo per cinque anni di fila insieme ai rondoni, cercando di salvarli, facendo loro compagnia fino alla loro ultima penna...
E sapete perchè i "pappagallini" sono così simpatici? Perchè i parrocchetti dal collare sono una specie invasiva come l'Homo Sapiens non consapevole della sua violenza e della sua ignoranza...
Arrivano, predano e consumano finchè c'è da predare e consumare...e poi si cambia zona e via così, finchè ce n'è si magna...ecco perchè si trovano simpatici e si pigliano.
Ecco perchè ogni tanto arriva quello che mi magnifica la bellezza e l'intelligenza dei pappagalli...è cultura, solo cultura...giro lo sguardo da un'altra parte e penso all'antica foresta di farnie abitata dai rondoni e me ne vado a passi lunghi e ben distesi.
Sì, perchè dopo questi drammatici e stupendi cinque anni ho compreso che DA SOLI NON SI VA DA NESSUNA PARTE.
Mi sono reso conto che non ho le forze bastanti per vincere quell'indifferenza e quell'abulia che hanno annientato le rondini.
Sono sul punto di essere sconfitto da questi assurdi pappagallini del fallo, e dalla simpatia che fanno e dall'indifferenza e dall'abulia dilaganti.
Sopra di me i rondoni stridono e mi invitano come sempre a non essere triste, loro non lo sono mai.
Li guardo, sorrido: anche se sconfitto so che sarò sempre come loro, e che sarò l'ultimo a restare finchè l'ultimo dei rondoni volerà a Pavia.
Non starò con voi solo tre mesi: il mio cuore vi appartiene per sempre.
Per sempre Apus: Mauro Banfi


domenica 8 maggio 2022

Cronache dalla pozza dei rospi: 1-8 maggio 2022

(note e immagini dal gruppo Facebook Parco di Monza per sempre)

 1 maggio ore 13.28

In diretta.
Girini nati. Ancora allo stadio di embrioni.
Poca acqua. Ma in settimana il Consorzio si attiva.






Mario Maino: 04/05/22 - In diretta : Stagno Smeraldini

Stamane non ho visto nessun girino, magari sono nella zona erbosa.



6 maggio

Mario Maino: In diretta dallo stagno. Ora indago se esiste qualche evidenza di girino.

P. S.: Dopo un' attenta osservazione anche con tele, di girini non ne ho visti. Speriamo siano tra l'erba alta.

Ecco le foto di Mario.




8 maggio tra le 13.00 e le 14.00

In diretta dal Parco.
Salvataggio rospi smeraldini.
La pozzanghera del recinto posto sotto il Mirabello mostrava ovature del nostro rospo. Da vecchio del mestiere, ho sempre qualche sacchetto quando sono sul campo. Uova prelevate e portate alla pozza che stiamo curando e seguendo (recintata nelle foto) come Comitato per il Parco.
Lì vicino, la pozza perenne scavata dal passaggio dei trattori è a sua volta piena di ovature. Immediato intervento: anche queste uova portate nella pozza cintata.
Speriamo in bene.
Segnalo che, purtroppo, le uova delle settimane precedenti non hanno dato esito positivo. Gli embrioni erano usciti ma non sono arrivati allo stadio di girini.
Segnaleremo al Consorzio, che sta seguendo bene la questione, di portare ancora acqua in settimana alla pozza.
Ringraziamo anche la azienda Colosio, che è sempre disponibile a portare acqua alla pozza dei rospi.

Le ovature nella piccola pozzanghera formatasi nel recinto del maneggio collocato sotto il Mirabello.


La pozzanghera formatasi nel recinto del maneggio, sotto il Mirabello. Ben visibili le ovature di rospo smeraldino.


La pozzanghera formata dal passaggio dei trattori della azienda Colosio. Siamo dalle parti della Cascina Molini di San Giorgio. Appena accanto, la pozza per rospi che stiamo seguendo e curando.


Di seguito, alcune foto della nostra pozza per i rospi.