domenica 31 ottobre 2021

Istantanee dal Quercione

 Una volta, potevi tranquillamente dire: "non conosci davvero il Parco se non sai dove si trova il Quercione".

Da qualche tempo, invece, la localizzazione di questo monumento arboreo è sempre più nota: la pianta è divenuta a poco a poco davvero popolare.

Meriterebbe una visibilità come si deve, si potrebbe commentare molto facilmente.
Ed è il percorso intrapreso dal Consorzio Parco e Villa Reale: in previsione, la collocazione di una struttura (terrazza o simile) per poter ammirare dall'alto la pianta.
Il Quercione si trova in una depressione. L'origine di questa grande buca? Con buona probabilità, i lavori per la creazione della vicina Montagnetta di Vedano.
Nella mappa, l'ubicazione del sito.


Una massa di piante infestanti disturbava fino a qualche tempo la visione e l'accesso al nostro gigante arboreo. Recenti interventi han liberato l'area, che sta assumendo una configurazione sempre più adeguata al nobile ospite.
Le foto mostrano la situazione al 24 ottobre 2021.








Sul bordo della depressione, era riconoscibile un manufatto più o meno misterioso: la ripulitura dell'area ci ha mostrato di cosa si tratta. 


Va be', non proprio luogo nobilissimo ma a suo modo indispensabile, legato al vecchio ippodromo, che sorgeva qui vicino, con buona probabilità.

Matteo Barattieri

Infestanti: qualche aggiornamento

Itinerario percorso dal sottoscritto ieri 30 ottobre 2021

In questa mappa, vediamo invece le aree ad oggi (31 ottobre 2021) coperte dai rilevatori (in ordine sparso): il sottoscritto, Mario Maino, Rosangela Bassi.


I risultati dell’indagine - prevediamo di terminare per la primavera 2022 - saranno messi a disposizione del Consorzio, che potrà coordinarsi ulteriormente con il Parco Regionale Valle del Lambro. La Regione ha attivato una serie di politiche specifiche sulle piante infestanti esotiche nell’ambito di un quadro più ampio (progetti LIFE ed altri percorsi sulla biodiversità). Per le infestanti, si prevede, ed è già attiva, la creazione di una banca dati che raccoglie materiale raccolto sul campo. Il Parco di Monza potrà così essere inserito in questa rete di coordinamento regionale. Gli uffici regionali competenti e lo stesso Parco Valle del Lambro potranno fornire indirizzi per gli interventi di contenimento delle specie in oggetto.


Matteo Barattieri

giovedì 28 ottobre 2021

Funghi al Parco: sabato 30 ottobre visita guidata

 Una bella opportunità


A guidare la comitiva il bravo Fabio Mauri.



Tutti in cerca di Libellule: contribuiamo alla raccolta dati

 L'area di interesse è la nostra: province di Monza e Brianza, Lecco e Como.
A coordinare il lavoro, tra gli altri, la sempre bravissima Gaia Bazzi.
Ecco, di seguito, il testo della nostra Gaia.

Cari tutti,

vi scriviamo per chiedere la vostra collaborazione per un progetto di ricerca sulle libellule delle province di Lecco, Como e Monza e Brianza. L’idea è quella di produrre un lavoro di sintesi che possa costituire una base per ulteriori studi e approfondimenti. Questa area d’Italia, grazie a un ricchissimo complesso di zone umide, è una delle più biodiverse per quanto riguarda questo gruppo a livello nazionale. 

Pensiamo che i tempi siano maturi per iniziare a sintetizzare le conoscenze acquisite in questi anni grazie al numero crescente di appassionati, in modo tale che i cambiamenti ambientali e nelle comunità di odonati possano emergere chiaramente e che eventuali azioni di conservazione siano finalizzate al meglio.


Con questo intento, vi chiediamo se siete disposti a fornire le vostre osservazioni di libellule relative alle province di CO, LC e MB sotto forma di:

-  scarico dati di Ornitho;

-  inserimento in iNaturalist;

-  eventuali dati pregressi (o comunque non inseriti nelle piattaforme di cui sopra).

In calce trovate le istruzioni dettagliate per l’invio dei dati.


Il contributo di ognuno sarà ampiamente valorizzato nel lavoro. Dopo aver costruito il database, valuteremo come riconoscere il ruolo di ciascuno in base al contributo fornito.

I dati saranno utilizzati solo per finalità scientifiche e non verranno ceduti a terzi senza il vostro consenso.


Grazie!


Gaia Bazzi

Claudio Foglini

Andrea Galimberti

Giacomo Assandri

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Ornitho

Andare alla pagina www.ornitho.it ed entrare con nome utente e password.

Andare alla voce Consultazione a più criteri (colonna grigia a sinistra).

Nella consultazione a più criteri, selezionare la figura della libellula, in alto.

Alla voce Periodo spuntare “Tutto il periodo registrato nel sistema”; alla voce Specie, “Tutte le specie”, alla voce Luoghi, “Como”, “Lecco”,”Monza e Brianza”, alla voce Altri criteri, “Limitare il risultato ai miei dati”.

Cliccare su “Cercare”

Nel riquadro grigio in alto appare la voce Esportazione; cliccare sulla seconda icona, con il simbolo di Excel, lasciando selezionato nel menu a tendina a destra delle icone “BASE+”. Comparirà un riquadro azzurro con la sagoma di una libellula e una scritta del tipo “export_numeri vari” vicino a un lucchetto. Cliccare sulla scritta e salvare il file nel pc. Quindi inviarcelo.


iNaturalist

Abbiamo creato il progetto “Odonati delle province di Lecco, Como e Monza e Brianza” Odonati delle province di Lecco, Como e Monza e Brianza · iNaturalist

In questo caso è sufficiente unirsi al progetto (in alto a destra Unisciti) e selezionare, alla voce Ti fidi nel rivelare a questo progetto le coordinate nascoste?, la spunta “Sì, per ognuna delle mie osservazioni”. Infine cliccare su Sì, voglio partecipare, in basso. Questo ci permetterà di visualizzare la posizione dell’osservazione anche qualora fosse oscurata per motivi di riservatezza/conservazione.


Altri dati

Se avete altri dati nel cassetto, anche datati, che sono sono stati inseriti in Ornitho o iNaturalist, vi chiediamo di inviarli in formato .xls o .csv oppure di contattarci per trovare un’altra soluzione per condividerli con noi. Idealmente ci servirebbero: la specie, la data (anche indicativa) e la località, se possibile corredata di coordinate.


Potete scrivere a Gaia Bazzi: gaiabazzi@gmail.com 


lunedì 25 ottobre 2021

Gli aironi guardabuoi nel pallottoliere: un censimento il 7 novembre 2021

Gli aironi guardabuoi nel pallottoliere: un censimento il 7 novembre

Tutti pazzi per gli aironi guardabuoi: i piccoli aironi bianchi stanno attirando l’interesse di tanti frequentatori del Parco, che non mancano di dedicare istantanee alla specie.
Già, ma quanti sono a frequentare il nostro Parco in questo periodo? Probabilmente, ci avviciniamo a quota 200 circa.

Proviamo allora ad effettuare un conteggio ben organizzato: un censimento in simultanea.
Data: 7 novembre 2021 alle 11.00. Gli operatori si disporranno in punti prefissati e, all’orario citato, effettueranno il conteggio.
Ad organizzare, il nostro Comitato per il Parco. Qualche appassionato e qualche volontario hanno dato già la loro disponibilità.
Dai, fatevi avanti. Il Consorzio Parco e Villa Reale appoggia l'iniziativa.
Indispensabile anzi necessario il binocolo.
Per aderire alla giornata del 7 novembre e per avere ulteriori informazioni, scrivere a: Matteo Barattieri (attivista del Comitato Parco) matteo.barattieri1@libero.it

Matteo Barattieri


sabato 23 ottobre 2021

Un appello pro fauna selvatica (migratori e non solo)

 UN APPELLO PRO FAUNA SELVATICA (MIGRATORI E NON SOLO)

Pubblico qui un appello del grande Andrea Corso.
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Da 6 giorni siamo a LINOSA col MISC (il report dei vari giorni su EBN lista, su pagina Leica e anche qui man mano ). Ma adesso prima vorrei segnalarvi un gravissimo problema che seriamente mette a rischio l'avifauna (nonché erpetofauna e tutto il resto della fauna selvatica) migratrice. L'isola è ormai letteralmente infestata da 400 gatti tutti tenuti allo stato brado, ferale, che uccidono giornalmente abbiamo stimato quasi 300-400 uccelli al giorno. Abbiamo trovato e osservato predazioni dirette su pettirossi, codirossi, lucherini, sterpazzoline, prispoloni, pispole, codirossi spazzacamino, ecc. Lo Zigolo minore è sopravvissuto 2 giorni dopo è stato catturato come lo Zigolo dal collare. Idem un Re di quaglie!! Bisogna davvero che la LIPU, EBN, Lega Ambiente, e tutte le associazioni facciano qualcosa!! Bisogna che il sindaco di Lampedusa autorizzi e finanzi campagne di sterilizzazione e che tutti i gatti vengano muniti di collarini che spaventano gli uccelli. VI PREGHEREI PERTANTO DI SCRIVERE IN MASSA ALLA PAGINA FACEBOOK DEL COMUNE DI LAMPEDUSA nonchè direttamente al sindaco, alla regione sicilia ecc GRAZIE



Infestanti: breve aggiornamento

 Nella mappa, il breve itinerario seguito domenica 17 ottobre 2021.


Oggi, di nuovo in attività: Viale dei Tigli e Viale per Biassono, fino a zona Costa Alta. 

Matteo Barattieri

mercoledì 20 ottobre 2021

Funghi alla ribalta: Vescia minore (Lycoperdon perlatum)

 Sempre Mario Cerchiai all'opera, sulla nostra pagina "Parco di Monza per sempre". E non può mancare il contributo di Fabio Mauri, il nostro micologo monzese di fiducia.

La didascalia che accompagna le (sempre) belle istantanee di Mario Cerchiai:
"Giardini Reali - Ottobre : Vescia minore (Lycoperdon perlatum)








Puntuale, la chiosa di Fabio Mauri:
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Proprio Lycoperdon perlatum, non è l'unico del genere che possiamo trovare, ma certamente il più comune. Rispetto ad altri Lycoperdon si riconoscce facilmente poiché ha delle verruche grandi coniche circondate da verruche più piccole. Quelle grandi sono caduche, toccandolo (o spontaneamente con l'età) cadono lasciando una sorta di cicatrice, una depressione circolare, circondata dalle verruche più piccole. Come tutti i Lycoperdon a maturità diventa bruno, all'interno restano solo un ammasso di spore e delle ife sclerotizzate a formare un "ciuffi di peli" detto capillizio. Questo conferisce turgidità alla "pallina" che espellerà le spore da un forellino formatosi all'apice (stoma) aiutato dalle gocce di pioggia che cadono dagli alberi, che colpendolo ne aumentano la pressione.
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un grazie ai nostri bravissimi collaboratori.

Matteo Barattieri

Infestanti - Istruzioni: come nominare i punti

Qualche ulteriore nota per i nostri volontari.

Dobbiamo uniformare i nomi dei punti.
Ecco qualche istruzione.

Quando volete salvare il WPT (vedi dispensa), vi appare questa schermata.



Seguite queste indicazioni:
- Nome. Scrivete "Infestanti" seguito da una sigla così strutturata: le vostre iniziali seguite da un numero progressivo. Partite con la numerazione dalla prossima volta che siete sul campo. Per i punti precedenti, ci arrangeremo.
- Descrizione. Inserire qui il nome della specie o delle specie presenti nel punto: fitolacca, reynoutria, ailanto. I nomi vanno separati da uno spazio.  Questo è molto importante in sede di elaborazione successiva, come vi verrà spiegato poi.

Matteo Barattieri

martedì 19 ottobre 2021

Paxillus e dintorni: una interessante discussione

 Poi dicono che Facebook serve solo a sfogare bassi istinti...

Dalla nostra pagina "Parco di Monza per sempre"

Mario Cerchiai pubblica un interessante post su un fungo da lui osservato e fotografato.

Ecco cosa scrive il nostro Mario: "Parco di Monza, lungo Roggia Pelucca in prossimità della sua uscita dal Parco - Ottobre : Paxillus gen....a breve spero di aggiungere la specie, devo verificare se in simbiosi con ontano o meno."

Chiamo in causa l'esperto ovvero Fabio Mauri, micologo monzese di alto livello.

Ecco un suo primo parere:
""""""
Premetto che il signor Mario Cerchiai ha dato una interpretazione corretta, cercando anche di comprendere se vi siano ontani nei paraggi.... Perché nel genere Paxillus vi sono due specie "capostipite" una, Paxillus rubicundulus ( 😛. filamentosus) legata agli ontani, mentre Paxillus involutus cresce ovunque (ontani non esclusi).
Per cui l'autore del post giustamente ha citato solo il genere.
""""""""""

Aggiungo una mia chiosa: "Nota a margine. In zona non ci sono ontani."

Replica di Fabio: "Matteo Barattieri infatti ha la faccia di involutus, P. rubicundulus è piccoletto e arrossa molto"

E poi Fabio ci spiega una serie di cose interessanti, a lui la parola:
"""""""""Per i colori piuttosto chiari posso pensare che si tratti di Paxillus involutus sl. dove sl. sta per sensu lati. Vale a dire che quella specie non è determinabile con precisione solo da una foto, poiché in seguito a indagini molecolari, quello che si chiamava Paxillus involutus è stato suddiviso in sei specie diverse non facilmente separabili morfologicamente. Ad esempio Paxillus smmoniovirescens si riconosce perché il cappello diventa verde dove bagnato con ammoniaca, P. cuprinus e P obscurisporus hanno spore in massa più scure, e il primo cresce sotto conifera. Poi con il microscopio è possibile fare verifiche sulle spore. Insomma dare un nome esatto non è possibile dalla foto ed è difficile anche in presenza, però se lo si chiama Paxillus involutus si arriva molto vicino o si indovina.
Infine ... Si tratta di specie tossica molto subdola, può essere consumato impunemente senza conseguenze ma improvvisamente causare la morte per emolisi allergica. Ne sa qualcosa Julius Schäffer, insigne micologo che morì di Paxillus nel 1944
"""""""""""""""""""""

un grazie a Fabio e Mario

Matteo Barattieri

19 ottobre 2021 - occhio alle cince more

Occhio alle cince more
(foto di Roberto Petarle)

Approfitto delle belle istantanee di Roberto Petarle: cincia mora, fotografata il 16 ottobre 2021 al Parco (zona carpini del Prato del Mirabello). Roberto le ha viste anche in altre zone del Parco.




La specie è tipicamente montana. Nelle zone montane, appunto, comunissima. Da noi a Monza, è storicamente nidificante: segnalata più volte in una zona che da San Gerardo arriva fino al Policlinico.

Queste specie di aree più fredde, ogni tanto, danno vita ad invasioni ovvero si spostano in massa verso aree più distanti. Ieri, si sentiva in zona San Biagio. Altri la stanno segnalando nel Parco. Teniamola d'occhio: se ce ne sono tante, potremmo parlare di invasione. 

Ah, ci fosse una stazione di inanellamento nel Parco, potremmo scoprirlo subito: nelle reti degli inanellatori, questi uccelletti finiscono facilmente. C'è stato chi ha provato a piazzare delle reti nel Parco, ma il lavoro risultava difficoltoso: troppo disturbo da parte di umani e cani.
Un grazie ancora all'autore delle foto. I disegni che ho aggiunto sono presi da "Guida degli uccelli d'Europa, Nord Africa, e Vicino Oriente" di Svensson, Mullerney e Zetterström (Ricca Editore 2015).

Matteo Barattieri

lunedì 18 ottobre 2021

Infestanti: una rapida dispensa

Dal momento che questa pagina internet svolge anche un servizio, ecco alcuni rapidi appunti per imparare a distinguere le tre specie di piante esotiche infestanti su cui noi volontari stiamo operando.


Ailanto (nome scientifico Ailanthus altissima)

Di solito, si osservano esemplari di piccole fino a medie dimensioni. Può raggiungere altezze fino a 17-27 metri. Ha aspetto slanciato. La corteccia ha una colorazione grigio chiaro.

In questa foto di Mario Maino, vediamo come si presenta la pianta. Si notano (cerchi rossi) le foglie composte. 


Il termine "foglia composta" indica una foglia formata da un picciolo lungo al quale sono attaccate singole foglioline. Nel caso dell'ailanto, abbiamo da 5-6 fino a 30 e oltre coppie di foglioline. 


In questa immagine, oltre alle foglie vediamo un interessante dettaglio (cerchio rosso): la gemma. Si tratta di elemento piuttosto caratteristico.



Il cerchio nero evidenzia invece come le foglioline non sempre sono perfettamente opposte. Osserviamo anche che le foglioline hanno terminazione a punta.


Fitolacca (nome scientifico Phytolacca americana)

Non si tratta di un albero ma di una pianta erbacea.
Forma esemplari dal fusto alto fino a 3 metri e oltre. Nelle foto, notiamo alcuni caratteri tipici: la colorazione del fusto, ad esempio, o la forma ovale delle foglie, che hanno margine liscio ed apice appuntito. Poi, ci sono i frutti, di colore rosso nerastro. Attenzione: la pianta è molto tossica. 


Nel periodo invernale, il fusto si secca. Rimane viva la radice, che ricaccerà con l'arrivo della primavera.



Poligono del Giappone (nome scientifico Reynoutria japonica

Pianta erbacea, dannatamente infestante.
In questa foto, vediamo cosa riesce a combinare quando può insediarsi: ammanta il suolo con la sua presenza e fa sparire le nostre piante.


In questa immagine, presa dal sito di Arpa Lombardia (vedi più sotto), le caratteristiche della Reynoutria: fusto rossiccio, foglia a forma triangolare, piccole spighe a costituire i fiori. 


(dal sito http://www3.arpalombardia.it/biodiversita/piante-viaggiatrici/landing-schede/reynoutria-japonica.html)

Il fusto può raggiungere l'altezza di qualche metro e presenta un comportamento simile a quello del bambù.

Matteo Barattieri
















24 ottobre 2021 - due passeggiate autunnali: prenotatevi

Due uscite autunnali.
24 ottobre 2021
Due passeggiate tra gli alberi (e non solo) in veste autunnale.
Ritrovo sempre presso la porticina delle Grazie Vecchie del Parco.
Due, come detto, gli appuntamenti: mattina (ore 10) e pomeriggio (ore 14.30).
Non è prevista una quota di partecipazione, ma solo un contributo libero per coprire le spese assicurative. In occasione delle passeggiate, verrà distribuito un opuscolo sul Parco di Monza, realizzato dal nostro Comitato Parco.
Organizza Monza Reale in collaborazione col nostro Comitato Parco di Monza.
Per prenotazioni e informazioni monzareale@gmail.com



Guardabuoi anche sui prati storici a nord

 17 ottobre 2021

Le foto sono di Antonella Tremolada, pubblicate sul gruppo Facebook "Parco di Monza per sempre".






Antonella pubblica anche una mappa dei luoghi visitati dai nostri simpatici guardabuoi. "erano circa le 11.30...gli aironi erano un centinaio...". I luoghi sono i due prati storici della Gerascia e del Roccolo.




Un grazie alla nostra bravissima fotografa.
Matteo Barattieri


domenica 17 ottobre 2021

17 ottobre 2021 - tra infestanti e minus habens


Infestanti: quota 100
E siamo a quota 100 punti di presenza per le specie botaniche infestanti oggetto delle nostre indagini per quanto riguarda il sottoscritto.
Poi, ci sono i punti rilevati dagli altri volontari.
C'è poco da festeggiare, ovviamente.


165 aironi
165 aironi guardabuoi, zona Frutteto-San Fedele.
E due minus habens (ul signur i a fà e i mett insema) che lasciano libero il cane a spaventare gli aironi, e si divertono anche (gli aironi si divertono meno).

Matteo Barattieri





OruxMaps: istruzioni per l'uso (parte prima)

Ad uso e consumo dei volontari (e non solo) alcune istruzioni per utilizzare l'applicazione OruxMaps.
Si tratta di una applicazione per operazioni di cartografia. Permette di georeferenziare punti, aree, linee, itinerari, tracce audio, foto... Non solo: funziona anche bene per orientarsi e muoversi in un territorio, in qualsiasi parte del mondo.


Come base cartografica si vale di OpenStreetMap. 
In questa immagine, la piattaforma OpenStreetMap, come appare a pc.

La piattaforma OpenStreetMap è una buona risorsa: è abbastanza aggiornata e precisa. La potete usare sia su pc che su smartphone. Viene utilizzata come base cartografica in molti ambiti.

Ma veniamo alla applicazione OruxMaps. Una notazione: in questa dispensa, faccio riferimento al sistema operativo Android. 
L'applicazione può essere scaricata dal classico Google Play Store. Un tempo - bei tempi - era gratuita. Da un po', è a pagamento: 3-4 euro. Una cifra abbordabile. Specifico che il costo è per l'applicazione, non si tratta di un abbonamento.

Una volta scaricata ed installata sullo smartphone, OruxMaps è pronta e a nostra disposizione. L'utilizzo è, come per tante cose di cui ci valiamo tra pc e cellulari vari, abbastanza intuitivo. Tuttavia, non è così agile ed immediato, alle volte. Richiede un poco di attenzione e di esercizio, tanto da risultare, non di rado, un poco macchinosa. 

L'applicazione è collegata al GPS dello smartphone. Però attenzione: noterete sicuramente che spesso ci sono errori di qualche metro nella georeferenziazione. Ciò dipende, credo, dalla precisione del GPS degli apparecchi. A questo problema, si può ovviare, come vedremo più sotto.

Proviamo ad aprire l'applicazione. Ecco come appare:



Ci appare la base cartografica (OpenStreetMap) e ci appaiono una serie di menu. Alcuni menu sono nascosti ma possiamo farli apparire: al momento, però non ci interessano. Ci interessano invece alcuni menu posti nella parte alta della schermata. 

Il primo passo consiste nel localizzare col GPS il nostro punto di stazione - il punto in cui ci troviamo - sulla mappa. L'applicazione non ci posiziona immediatamente nella località in cui ci troviamo ma ci mostra l'area su cui avevamo operato l'ultima volta che abbiamo aperto OruxMaps. Per posizionarci, dobbiamo aprire il menu indicato con la freccia nella figura.



Premessa: qui ci occupiamo di una funzione: WPT. La sigla indica i Waypoint: punti georeferenziati. Possono essere utilizzati per localizzare di tutto: la traccia di un animale, un punto panoramico, la posizione in cui abbiamo trovato una delle nostre piante infestanti.
Torniamo al menu di cui sopra. Apriamolo, ci appaiono diversi comandi. 


Quello che ci serve adesso è "avvia GPS", come è intuibile.


Diamo il comando. Sulla mappa appare subito un triangolino rosso.
Il triangolino indica la nostra posizione. Come detto prima, il GPS di uno smartphone non è sempre preciso, tutt'altro: c'è spesso e volentieri un errore di qualche metro. Ce ne accorgiamo sicuramente, proprio grazie alla base cartografica (la mappa). Come ovviare a questo inconveniente? Non è difficile. 
Col dito, tocchiamo lo schermo. Immediatamente, ci appare una linea che collega il triangolino ad un cerchio con una sorta di mirino: lo chiameremo centroide.

Con il dito, muoviamo il centroide, fino a portarlo nella posizione che ci interessa. Nella figura, l'angolo formato da via Dante e via Grossi.

Adesso posso creare il mio WPT (waypoint). Per farlo devo aprire il menu 


Il comando che ci serve è "Crea WPT".


L'applicazione ci chiede allora se vogliamo creare il nuovo WPT "nel centro della mappa" o nella "posizione GPS". 


Per "centro della mappa" si intende la posizione del centroide. Attenzione: non necessariamente, il centroide è posizionato al centro della schermata. È l'applicazione a considerare il centroide come "centro della mappa". La "posizione GPS" è ovviamente la posizione del triangolino rosso. Sarà l'utente a scegliere.
Adesso posso creare il mio WPT.


Darò un nome e aggiungerò una descrizione, come si vede nell'esempio qui sotto.


Per creare il WPT, dovremo schiacciare sul simbolo posto in alto a destra.


Il sistema ci chiede (cosa che non avviene sempre, però) se vogliamo aggiungere il nostro WPT ad una traccia corrente o ad una rotta attiva. 


Saltiamo questo passaggio per il momento. Per saltare la richiesta dobbiamo schiacciare sul comando posto in basso a sinistra.


Abbiamo adesso creato il nostro WPT.

Per gestire i nostri WPT, dobbiamo aprire il comando apposito: "Gestisci wpt". 
Si trova sotto il menu.






Ecco cosa ci appare dopo che abbiamo dato il comando "Gestisci wpt".

Ebbene sì: l'elenco dei nostri WPT. Possiamo scorrerlo verso il basso: dal più recente verso i più vecchi.
Attenzione: il sistema ha dei limiti. Non riesce a mostrarci tutti i WPT ma solo una parte, ovvero i più recenti.
Possiamo selezionare uno dei WPT.

Schiacciando successivamente sul punto selezionato, facciamo apparire un menu, come si vede.


Se scegliamo di vedere i dettagli, ecco cosa ci viene mostrato.


Se scegliamo il comando "Modifica proprietà", potremo apportare modifiche al WPT.

Creato il WPT, vorremo sicuramente utilizzarlo. Qui, bisogna fare un'annotazione importante. L'applicazione ha una sua banca dati, che non è però accessibile se non con la applicazione medesima. Se voglio condividere i miei WPT, se voglio caricarli sul PC, utilizzarli con altre applicazioni o, appunto, sul PC, dovrò salvarli. Per compiere questa operazione, i passaggi sono semplici. 
Per prima cosa, seleziono il WPT che mi interessa dall'elenco, come abbiamo visto prima. 
Utilizzo poi il menu posto in basso, indicato dalla freccia.


Quasi superfluo specificare che il menu significa salvataggio del WPT.

Il menu ci offre diverse soluzioni.


Lasciamo stare per il momento le ultime due opzioni ("salva come traccia" e "CSV").
Le altre 3 opzioni indicano le estensioni dei file che otterrò. Posso scegliere tra queste. Nota bene: posso salvare il WPT solo con un formato alla volta. Una volta che ho selezionato un formato - ad esempio, GPX - il WPT sarà salvato (più sotto, vediamo dove andrà a finire).
L'applicazione ci chiede poi se vogliamo condividerlo. Se scegliamo di condividerlo, ecco le opzioni che ci appaiono.


Molto comoda è l'opzione "E-mail". Sconsiglio l'opzione Drive: il waypoint non verrà condiviso. 
Se salto questo passaggio, potrò comunque condividere il file successivamente. Già, ma dove va a finire il mio WPT sullo smartphone?
Per trovarlo, devo andare nella cartella OruxMaps, ed aprire la subcartella tracklogs. Lì troverò i miei WPT, con il nome che abbiamo assegnato loro quando li abbiamo creati e con l'estensione con la quale li abbiamo salvati. Potremo adesso condividerli usando il comando "E-mail", ovviamente dopo averli selezionati. Oppure, appunto, potremo trasferirli sul PC come facciamo con altri file che abbiamo sullo smartphone. 

Due parole, infine, sui tipi di file che posso ottenere: .GPX, .KML, .KMZ. Permettono di lavorare con vari programmi, quali Google Earth, Q-GIS... Abbastanza comodo è OkMap, con il quale possiamo aprire i file .GPX: li vedremo caricati su una mappa OpenStreetMap.

Si consiglia di salvare i waypoint (WPT) con tutti e tre i formati. Saranno utili per cartografare le nostre infestanti, ad esempio.

Matteo Barattieri