Non ricordo di aver mai visto il parco così secco e riarso come nel pomeriggio di domenica 26 agosto.
Forse solo durante
l’interminabile estate del 2003 si potevano cogliere panorami simili, di tipo
algerino.
I prati sono infatti
desolatamente gialli e, nei luoghi di più intenso calpestio, come alla cascina
del sole, l’erba è stata completamente divorata dalla terra e dalla polvere.
Due mesi di mancanza
pressoché assoluta di precipitazioni hanno lasciato il segno: non solo i prati
soffrono per la mancanza d’acqua, ma anche gli alberi danno segni di stress
climatico: in alcuni punti del parco le foglie appaiono prematuramente
ingiallite e il vento particolarmente sostenuto di questa domenica solleva
vortici di terriccio e nugoli di foglie secche.
In questa aridità scorgo
un’isola di verde inaspettato: alla cascina del sole, ai piedi di un alberello,
un’ape visita diligentemente un gruppo di minuscoli fiorellini azzurri che
vegetano su un tappeto di erba sorprendentemente rigogliosa: probabilmente
l’ombra regalata dalla pur non folta chioma ha garantito un sufficiente riparo.
Oggi comunque la temperatura
è relativamente gradevole ed il caldo decisamente più sopportabile.
Il parco attende la pioggia
che, secondo le previsioni, non dovrebbe tardare troppo.
Edo
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