martedì 2 giugno 2020

Sentieri (quasi) selvaggi al Parco



Dice: "la natura si è presa i suoi spazi, durante la pandemia". E giù con cronache che parlano di selvatici fotografati in contesti che più antropici non si può. In realtà, non si tratta di situazioni poi così anomale, come spiegato da tanti. Anzi: ci sarebbe invece da preoccuparsi nel non vedere circolare, è un esempio, le volpi per strade e ritagli di verde cittadini.
Curiosamente, poi, animali (leggasi cinghiali) prima citati come indicatori di degrado urbano divengono, improvvisamente, segnali (positivi) di una fauna che riesce a ritrovare i propri cicli grazie alla segregazione forzata cui si è sottoposto il genere umano. 

Per il Parco, come detto, la situazione delle popolazioni animali è rimasta alla fine quella usuale, tra presenze e, ahinoi, ormai croniche e preoccupanti assenze. Se si vuole cercare tracce di un blocco che ha tenuto lontani i tanti frequentatori del nostro Parco, occorre scegliere altri dettagli. E magari munirsi di taccuino e macchina fotografica.

Dal mio quaderno di campo, ricavo alcuni appunti, la data è il 23-5-2020:
"Note sullo stato dei sentieri":
- Sentiero posto a nord di Cascina Frutteto



Il settore ovest, nel primo tratto venendo da Viale dei Tigli, è ancora abbastanza visibile. Poi viene coperto dall'erba. Il settore est è invece ormai invisibile: il tracciato è sparito, coperto dal prato. Parallele al percorso storico, nel settore orientale, si hanno 2-3 tracce nel prato.

- Sentiero dalla Casalta alla zona della Fasanera

Il mio quaderno di campo è laconico: "sentiero sparito". L'erba lo ha cancellato. Come mostrato dalla figura, la piattaforma OpenStreetMap non riporta la parte del tracciato che arriva al Viale di Vedano.


- Sentiero parallelo alla recinzione del golf, in zona Fasanera
Percorso non riportato sulla piattaforma OpenStreetMap: è stato aggiunto, georeferenziato, dal sottoscritto su questa mappa. Il percorso è sparito, inghiottito dal prato.


Al pari degli altri due citati sopra, anche questo sentiero è un classico.

Sentieri classici, appunto, ben sedimentati nel vissuto dei frequentatori del nostro Parco. E la memoria (storica?) può giocare un ruolo decisivo, e - perchè no? - inatteso. Medito di lanciare una sorta di campagna, al grido - sommesso, anziché no - "ripristiniamo i sentieri del Parco". Non è necessario. Come avrebbe registrato pochi giorni dopo il taccuino.

Il 25-5-2020, il percorso a nord della Frutteto risulta già riattivato. Escursionisti, ciclisti, gente col cane: in tanti han contribuito a ridare vita al tracciato. Non solo; nel settore orientale, si hanno, per un tratto, due sentieri paralleli: uno è il sentiero storico, l'altro è di più recente formazione.
Il 27-5-2020, il sentiero che collega la Casalta alla zona della Fasanera è di nuovo ben riconoscibile: "si segue bene, anche se per gran parte inerbito".

Fenomeno interessante: alle indagini cartografiche andrebbe aggiunto qualche lavoro di socio-antropologia spicciola. L'affezione per il vecchio Parco passa anche per la frequentazione ripetuta e quasi compulsiva dei suoi sentieri

Rimane ancora da riattivare il sentiero parallelo alla recinzione del golf. E, con esso, anche il sentiero che corre a nord della Cascina San Fedele. Quest'ultimo, in data 25-5-2020, risulta "per gran parte appena riconoscibile: si è trasformato in una semplice traccia".



Matteo Barattieri - Comitato Parco di Monza


1 commento:

  1. Molto interessante! Del resto Matteo e Marta Villa, diversi anni fa, avevano pubblicato un bel volume intitolato proprio "Sentieri nel Parco". Correva l'anno 2005! Un bel testo, tutto da leggere! Preziosoanche per l'apparato iconografico!
    Edo

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