venerdì 2 aprile 2021

E SE PARLASSIMO DI ANTROPOCENTRISMO UMILE? CONSIDERAZIONI SPARSE TRA AMBIENTE E FILOSOFIA di Edo Melzi

Ho letto con estremo interesse il bell’articolo di Mauro Banfi, ospitato in questo blog, sull’antropocentrismo come idea sballata. Mi permetto di intervenire nel dibattito sul tema in oggetto, avendolo approfondito un po’ qualche anno fa e avendo condiviso questa riflessione con Bianca Montrasio (presidentessa del Comitato per il Parco di Monza), che mi ha dato un aiuto fondamentale in questa ricerca.  Se mettere l’essere umano al centro presuppone un atteggiamento arrogante e dispotico, da parte di quest’ultimo, che si sentirebbe autorizzato a spadroneggiare sul mondo, quasi fosse un titano a cui tutti devono sottomettersi…se così fosse…l’antropocentrismo andrebbe cancellato e nessuno ne sentirebbe la mancanza. Ma c’è un’altra opzione in cui l’essere umano è un viaggiatore “leggero”, una creatura curiosa di scoprire e di scoprirsi senza danneggiare o rovinare alcunchè. Questo atteggiamento “umile” appunto, termine da recuperare in tutte le sue potenzialità, consentirebbe alla persona di sperimentare rispettando, di ricercare progredendo, di incontrare l’altro come occasione di confronto. C’è un filone interessantissimo e poco conosciuto della filosofia contemporanea che pone al centro della sua ricerca proprio l’ambiente, i suoi diritti e le sue esigenze. Tali filosofi parlano di ecocentrismo, prospettiva che metterebbe sostanzialmente tutti gli esseri viventi, essere umano incluso, sullo stesso piano. L’antropocentrismo umile, invece, lascia l’essere umano in una posizione di centralità, ma cambia radicalmente il suo rapporto con il mondo escludendo qualsiasi atteggiamento di dominio o di possesso incontrollato. Qui la persona è soggetto riflessivo che non altera alcun equilibrio naturale.

Che dire poi della virata ecologica e ambientalista delle tre religioni monoteiste, come segno dei tempi che caratterizza la nostra epoca? Non a caso Papa Francesco dedica un’enciclica intera ai temi ambientali ed al concetto di ecologia integrale. La “Laudato sì” ha la stessa importanza storico- teologica che ebbe la “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII nell’ormai lontanissimo 1963 o la “Populorum progressio” di Paolo VI nel 1967.

Forse la prospettiva di un rinnovato umanesimo sta proprio in un antropocentrismo umile…atteggiamento ancora tutto da realizzare, visto come sono andate le cose fin qui!

Edo Melzi


1 commento:

  1. Sul "soggiogare e dominare", verbi biblici a cui fa rifermento Mauro Banfi nel suo articolo, vorrei far notare che si accompagnano ad altri due verbi assai diversi "Coltivare e custodire". Aggiungo che i primi due verbi parlano di un uso del mondo da parte dell'essere umano che non si può mai tramutare in abuso o saccheggio. Del resto tutti noi usiamo le risorse che l'ambiente ci offre per vivere. Distruggere è altro discorso e tale atteggiamento per la Bibbia non è ammissibile.
    Edo

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