lunedì 2 giugno 2008

Enrica e il codirosso...

Chi persevera certamente poi raccoglie... ce lo dimostra Enrica (alias Picchio Verde) che imperversa ormai nei dintorni della cascina Frutteto raccogliendo testimonianze della fauna locale.
Riprendo un commento che ha lasciato l'altro giorno ad uno dei primi post di questo sito:
"quasi ogni giorno, pausa pranzo, faccio quattro passi nel parco e oggi è stata una passeggiata molto ricca: per primo ho visto due codirossi, riconosciuti perchè Osvaldo un giorno in Cascina me li ha fatti vedere;poi sul Viale dei Tigli una coppia di pettirossi che si rincorrevano, volando abbastanza bassi e qualche volta fermandosi, nel sottobosco perfettamente pulito dove, forse, sono anche loro in pausa pranzo. Ci sono tantissimi storni che beccuzzano quà e là. Il picchio (verde, ndr) per il momento non l'ho nè incontrato nè sentito. Io persevero chissà che più in là sia fortunata".

Ieri la fortuna le ha arriso, anche se ancora non si tratta di picchi verdi, e mi ha mandato questa emozionata (ed emozionante) segnalazione:

"Oggi ho vissuto un'emozione grande:sono arrivata in Cascina e un pulcino (di codirosso) mi è quasi caduto addosso. L'ho riconosciuto, perchè come scritto l'altro giorno sul blog, Osvaldo me l'aveva fatto vedere, non sapevo cosa fare se non seguire l'istinto di salvarlo dal gatto che è arrivato immediatamente e vedeva una facile preda. Improvvisamente un Codirosso adulto (a me piace pensare che fosse la mamma) si avvicina ai cedri del Libano emettendo gridolini insoliti e si vedeva che cercava il pulcino. Poi si è posato sulla ringhiera del fienile.A questo punto mi è venuta un'idea:ho preso il pulcino l'ho messo prima sulla finestra dei volontari poi quando ho capito che la mamma l'aveva visto e lui non tremava più dalla paura perchè aveva sentito un suono famigliare, l'ho messo a metà scala e dopo due o tre trilli particolari sono partiti in volo sia il piccolo che la mamma. Forse la mia è ingenuità ma l'essermi emozionata per questo "salvataggio" mi ha reso felice".

Enrica mi ha mandato anche alcune foto (penso fatte con il cellulare) a testimonianza dell'accaduto. Ne pubblico qui un paio riferite al nidiaceo e al genitore (quest'ultima, sgranata, sembra effettivamente riferirsi alla femmina, perchè si notano le parti inferiori aranciate ma non si intravedono la mascherina nera nè la fronte bianca del maschio).
L'avventura a lietofine raccontataci da Enrica non è solo poetica ma anche, in qualche modo, didattica. A molti è capitato di imbattersi in pulcini in apparente difficoltà perchè trovati a terra spaesati e goffi. Nella maggior parte dei casi si tratta di una normale fase di "svezzamento" dei piccoli che, lasciato il nido, vengono ancora accuditi a distanza dai genitori per qualche tempo, prima che acquisiscano piena autonomia. In questi casi l'intervento umano è spesso dannoso, seppure animato da nobili intenti, e bene ha fatto Enrica a limitarsi a mettere al riparo il piccolo dalle grinfie del gatto posandolo su un piano rialzato.

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