14 gennaio 2019
IWC conteggio acquatici svernanti al Parco
“Ne avrai da
fare…”, commenta qualcuno via facebook. Segnalare in rete la mia presenza qui
ha due, malcelati, scopi: garantire un poco di visibilità ad una attività
altrimenti limitata alla cerchia dei sempiterni addetti ai lavori, e tenere
vivo il proprio spazio nel mare della rete. In realtà, il compito non si rivela
dei più improbi e faticosi: non siamo mica in una grande area umida. Dopo tutto,
è solo il Parco di Monza, con un paio di ambienti d’acqua da censire.
IWC: l’acronimo
sta per International Waterbird Census. Molti percorrono centinaia o migliaia
di chilometri ogni anno, altri rimangono più o meno stanziali: sono i pennuti
acquatici. A gennaio, la situazione si fa più stabile. Tolti alcuni pendolarismi
giornalieri – toccano specie come i cormorani e i gabbiani, vedi sotto –,
questi uccelli rimangono nelle zone di svernamento. Una rete di censitori – a professionisti
del settore, mondo universitario compreso, si mobilita per coprire le aree
umide. Obiettivo: avere una fotografia della situazione delle popolazioni di
queste specie.
Ogni area umida
degna ha una sigla di riferimento. Tra i settori meritevoli di inserimento
nella lista mondiale figura, ebbene sì, anche il nostro Parco. Gli ambiti presi
in considerazione sono 3: Laghetto della Villa Reale, Laghetto della Valle dei Sospiri, tratto di Lambro nel Parco.
“E i gabbiani?
Tutti alla Vettabbia?”. Sono le 7.55, nessun gabbiano in vista al Laghetto. Il pensiero
va alla Vettabbia. Il sito è localizzato nella zona di Chiaravalle, che rimanda
di suo a memorie di acque lombarde del passato; in questi giorni, solerti
frequentatori parlano di 10mila gabbiani ivi presenti. Minga maa. Qui dobbiamo
aspettare le 8.15 per vedere materializzarsi qualche esemplare: gabbiani
comuni, recita la sistematica, e in numero di 38.
E i numeri, in
generale, non sono alti, più o meno il linea con gli ultimi anni.
Le anatre
mandarine – ever green, passatemi il forestierismo, per obiettivi e fotografi –
latitano in questo angolo dei Giardini. Si faranno vive lungo le sponde del
vecchio Lambro, come vuole usanza degli ultimi mesi. E il totale finale sarà
pari a 29: i maschi sono 17, le femmine 12.
Il germano reale
la fa, va da sé, da padrone: 165, tra Villa Reale e Lambro. Le anatre germanate
sono 7: il termine indica i germani dai colori pasticciati, risultato di
incroci e ibridazioni in cattività. Oltre agli appena citati, il Laghetto della
Villa ospita altro materiale di origine domestica: oca cigno (2 individui), oca
domestica (5), anatra domestica (2).
L’airone
cenerino limita il suo contingente a 2. Come è noto, nel Parco sarebbero di
più. Ma va annotato che il censimento si limita a prendere in considerazione
gli ambienti citati, e non copre tutto il sito.
Ai 38 gabbiani
comuni contati al Laghetto della Villa vanno aggiunti altri esemplari: il
totale fa 56.
Alla passione
per le mandarine, altri aggiungono interesse per l’anatra sposa. Sparita,
sembrerebbe, dopo i recenti onori sulle cronache monsciasche. Nossignori, la
nostra farà la sua apparizione nel finale – come vorrebbe facile spunto
romanzesco – e lo fa con stile: maschio e femmina.
Detto delle
gallinelle – sono 7 –, rimane il cormorano: 1 individuo, localizzato nel
Laghetto della Villa. Ma per cormorani e gabbiani i conteggi presi in
considerazione sono quelli svolti al tramonto nei dormitori, ovvero nei luoghi
dove si concentrano per trascorrere la note. Per i posatoi notturni dei
gabbiani più vicini bisogna portarsi in quel del Lecchese. Per il cormorano,
abbiamo anche una località dalle nostre parti. E per questo rimandiamo ad altre
puntate. Col ricordo di una piacevole sbinocolata, accompagnata da usuali
brividi: bruschi movimenti dei nostri acquatici possono rendere i conteggi duro
e complicato cimento.
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