Anatra mandarina: Monza batte New
York
Central Park (New York City). Tutti
pazzi per l’anatra mandarina.
Le connessioni e le affinità tra
il nostro Parco e Central Park non mancano, a cominciare dall’origine
ottocentesca dal disegno complesso che caratterizza entrambi i monumenti, e per
finire con il profondo affetto dello scrivente per entrambi. Da un lato, il
legame con il nostro Parco quale elemento centrale della mia esistenza; dall’altro,
una affezione che mi ha portato a varcarne più volte i confini nell’ultimo anno
e mezzo: 3 viaggi a New York 3, dal luglio 2017 a oggi, con una addetta ad uno
dei centri informazioni a soprannominarmi “Central Park fan”, con annesso piccolo
omaggio.
E’ il 10 ottobre 2018, a Central
Park viene segnalata un’anatra mandarina, un maschio. L’origine dell’individuo
è avvolta nel mistero. La specie ha il suo areale di origine in un’area
compresa tra la Siberia Orientale, la Cina e il Giappone. Da lì, è stata
introdotta nel tempo – i colori del maschio la rendono irresistibile all’occhio
umano come abbellimento di laghetti e simili, in parchi e giardini – in varie
parti, a cominciare dall’Europa: in UK, esiste da lustri una popolazione
consistente, tale da rendere la specie naturalizzata. Anche in Italia è
considerata naturalizzata da qualche anno: una delle principali popolazioni, forse
la principale, è ospitata dal nostro Parco di Monza, per la gioia dei
fotografi.
L’attrazione per l’esercito delle
digitali è forte in ogni landa. E ha raggiunto livelli da noi inimmaginabili a
Central Park: le cronache riportano di viaggi di 2 ore e mezza in treno per
raggiungere il sito, e di assembramenti sulle rive dello specchio d’acqua
abbellito dal volatile. Su tutto, va da sé, la passione per il birdwatching che
contraddistingue la schiatta anglosassone, per la quale l’osservazione (e la
fotografia) degli uccelli è vero e proprio sport popolare. Un esemplare solo,
comunque: per il momento il nostro Parco mantiene la sua supremazia su Manhattan.
Tra i miei contatti newyorkesi
figura Barbara Sicuranza, attrice, scrittrice, regista. La simpatica Barbara è
divenuta da subito grande appassionata della mandarina di Manhattan. Incidentalmente,
la nostra è anche moglie di Chris Stein, fondatore, chitarra, mente e anima dei
Blondie. Barbara non manca di fotografare la stella pennuta del momento. Già,
le foto: per fortuna la sua macchina digitale funziona ancora, nonostante la
avessi fatta cadere, per sbaglio, nel backstage di un concerto Blondie in quel
di Philadelphia. Ma queste, va da sé, sono altre storie.
Matteo Barattieri
Matteo Barattieri
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