venerdì 1 luglio 2022

In cronaca nera

 Il Parco in cronaca nera

Il recente episodio di cronaca nera che ha avuto per scenario il nostro Parco fa discutere e riflettere su un argomento di sicura importanza. La sicurezza: problematica molto in voga, anche se, direi, non poco enfatizzata, detto in ogni caso nel più totale rispetto per chi è vittima di reati. E' il Parco di Monza luogo sicuro? Direi di sì, stando soprattutto ai dati. Gli episodi di cronaca nera all'interno del perimetro della mura sono davvero pochi. Se andiamo poi a cercare qualche numero su quello che possiamo considerare come il reato più grave, ovvero l'omicidio, abbiamo solo un caso negli ultimi 40-50 anni. Si trattò di un delitto passionale che ebbe per scenario uno dei parcheggi del Parco.
Ma veniamo al problema citato. Se il Parco è luogo sicuro, ciò non significa che si debba sottovalutare la questione. Come fare? In primo luogo, mi sembra assurdo farne una responsabilità di associazioni - ci metto anche noi del Comitato Parco - che non hanno competenze nel merito e che si battono per un recupero di uno dei nostri più importanti tesori. Allo stesso modo, il Consorzio non ha propriamente tra i suoi compiti la gestione di problematiche che spettano, appunto alle forze dell'ordine. Sicuramente, si dovrebbe spingere per avere a disposizione una pattuglia (vuoi della Locale vuoi dei Carabinieri) in servizio sulle strade del Parco. Esisterebbe un distaccamento dei Carabinieri, ma si tratta di un corpo di rappresentanza (a cavallo): una integrazione dei loro compiti volta a farne presidio contro delitti e affini non sarebbe male. Già, in parte, capita che lo facciano.
Esiste poi un altro aspetto, in tema di sicurezza, che non va dimenticato e che è più nelle corde del Consorzio gestore. Si tratta della piena riqualificazione di tutto il complesso. Un luogo degradato diviene più facilmente sede di comportamenti oltre la legge. Lo sanno bene a Central Park, dove il controllo poliziesco sulla criminalità venne affiancato da un serio e completo lavoro di recupero dell'intero complesso. Come Comitato per il Parco, abbiamo avuto modo, anni fa, di portare qui a Monza proprio Tim Marshall, architetto responsabile del progetto di recupero del parco newyorchese. Parco che se la vedeva male, visto che nei tempi bui si registrava da quelle parti un omicidio al giorno. Tim ci ha raccontato dell'intero processo di recupero di Central Park: sottolineando come la riqualificazione abbia giocato un ruolo decisivo nel rendere tutto il sito luogo gradevole e meta adatta a trascorrere qualche ora serena.
In un percorso di recupero del nostro Parco, l'organizzazione di grandi eventi, leggi concerti da 100mila persone, risulta scelta poco azzeccata. Da qui la richiesta, come associazioni, di spostare la sede del concerto sul paddock, che si trova a poche decine di metri dalla Gerascia, prato che ha ancora bisogno di significative operazioni di recupero dopo i disastri legati ai vari Ligabue e compagnia, appunto, cantante.

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