giovedì 13 gennaio 2022

La Villa Reale? Una questione di corna.

 La Villa Reale? Una questione di corna.

Il filmato dedicato alla Villa Reale e al nostro Parco dell'officina Alberto Angela (martedì 11 gennaio, RAI1) si è rivelato davvero misero e penoso. Ha dominato un piattume a volte imbarazzante.

Poco, pochissimo spazio dedicato al Parco.

La narrazione del conduttore: roba da bigino di prima media. Con anche errori. I Giardini della Villa Reale "progettati dal Piermarini", per fare un esempio.

Ah, a proposito. Non si capisce perchè centrare le riprese su Alberto Angela. Regola di un documentario dovrebbe essere: stiamo parlando di una cosa e allora la mostriamo. Stai dicendo qualcosa delle piante del Parco? Bene: inquadrale, porca sidela.

Nessun cenno al valore e al significato complessivo del progetto del Canonica. Nome, quello dell'architetto ticinese, che non ha mai fatto capolino nei discorsi del summenzionato Angela.

Gran parte del filmato - forse nostalgie monarchiche di qualche autore o dell'Alberto Angela medesimo? - sì è incentrata su Margherita di Savoia. L'attrice che interpretava la regina si guadagna una nota positiva perchè è stata l'unica - a parte Sandro Mazzola, che però non conta: è autoctono - a pronunciare Monza con la zeta giusta. La Regina ci ha raccontato dei suoi bei vestiti, della sua vita elegante, dell'amore che le riservava il popolo italiano. Ad amarla meno il marito, tutto preso dalla Duchessa (sic) Litta. Insomma, roba da Novella 2000 de noatri ed ante litteram: fatti di corna, appunto. E al consorte Umberto non è mancato spazio, eccessivo va da sé. Attentato compreso.

Del disegno del Parco, nessuna traccia. Giusto qualche sequenza per far vedere che, ebbene sì, si son valsi di droni. E in tema di prospettive dall'alto: ecco la Torretta, dalla quale si vede, meraviglia, il tempio della velocità. E giù una bella sbrodolata - breve ma mica tanto - sull'autodromo. Con tanto di immagini delle sopraelevate (!?), monumento all'imperizia ingegneristica. Ma tutto questo non è uscito dalle parole del conduttore, che si è guardato bene dal ricordare che il circuito continua a bruttare il malcapitato Parco.

Il Mirabello e il Mirabellino? Qualche mappa del Brenna? Il Lambro? Nemmeno citato, se non per i "tanti molini" (sic) che sono presenti lungo il suo corso. Mi chiedo cosa abbia visto il gruppo di lavoro che ha prodotto un filmato che, secondo gente del settore, può essere costato non meno di 200-300mila euro, denaro pubblico.

Esornativa la presenza di Sandro Mazzola, cui è stato dato tanto spazio. Vero, da milanista, le mie critiche possono non essere oggettive, ma tant'è. Per chi non avesse visto il documentario, Mazsandro (cit. Brera) raccontava di come da bambino rubava le sigarette di contrabbando per rivenderle e comprare un pallone. Cosa c'entri col Parco rimane un mistero. Anche i primi anni monzesi anzi vedanesi dell'interista si contraddistinguevano per qualche sottrazione : l'ex-giocatore veniva al Parco a prendere piantine appena nate. Non essendo dotato di pollice verde, le essenze trafugate finivano male.

Il filmato è durato parecchio: con tutto quel tempo a disposizione si poteva raccontare tantissimo. I contenuti, come detto, son stati davvero insufficienti.

Ad integrare il lavoro della redazione e a renderlo più accattivante, sarebbe bastato girare per il territorio per recuperare qualche esperto e fargli raccontare un po' di cose. Il Giorgio Buizza, la Marina Rosa, il Peo Casati: per fare alcuni nomi.

Poi, arriva la Corona Ferrea, col Duomo. Come si leghi il tutto al Parco e alla Villa Reale è altra faccenda da chiarire.

Il filmato fornisce anche un pessimo servizio. Non pochi, vedendo queste immagini, potrebbero essere invogliati a fare un salto dalle nostre parti. Finirebbero poi per trovare: la Villa Reale (meno male che non l'ha chiamata Reggia) spesso chiusa, cascine e ville del Parco in pessimo stato... Per completezza di informazione, avrebbe potuto fare dei cenni alla situazione, segnalando però che ci sono progetti di rinascita e recupero. Si è finito invece per scadere in un classico (ma fuori luogo) "tutto va ben, Madama la Marchesa" anzi la Duchessa.

Matteo Barattieri

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