sabato 8 agosto 2020

Il Vialone (parte prima) - Quel Vialone per Vienna anzi per Budapest


Il Vialone: parte integrante del complesso Parco e Villa Reale di Monza. 
Per la toponomastica ufficiale monzese è oggi semplicemente "viale Cesare Battisti", ultimo capitolo di una lunga serie di vicende che ha fatto passare questa arteria attraverso differenti denominazioni.  
Il glorioso titolo di Vialone resiste però su una insegna, cui non difetta rango di manufatto storico.

Negli anni '80, qualche anima semplice proponeva di togliere la targa in oggetto. Non se ne fece niente, per fortuna: il cartello continua a vegliare sui tanti che percorrono la strada.

Già, la strada. Per molti tra noi autoctoni, sottoscritto compreso - nato e cresciuto, e tuttora residente in zona -, la percezione del Vialone come passeggiata che porta alla Villa Reale non è così scontata. Per me, da sempre, il Vialone è via di raccordo per andare da qualche parte ovvero una sorta di anticamera prima di arrivare a casa. Insomma, in primo luogo una arteria importante. Del resto, è un utilizzo imprescindibile per il Viale, vista l'intensità del traffico e la alta densità abitativa della nostra Monza.
Qual è la percezione del significato originario di questa strada nello sguardo del monzese medio? E un visitatore che veda per la prima volta questa parte di Monza? Riesce a cogliere il ruolo vero del Vialone? Una brevissima indagine tra 2-3 alloctoni trasferitisi a Monza da anni ha mostrato come il significato originale viene colto appieno. Tema interessante, da sviluppare. Si potrebbe studiare, coinvolgendo agronomi e architetti paesaggisti, una riqualificazione del Vialone, per accentuare il suo ruolo di passeggiata verso la Villa Reale. Esempio: le siepi basse che bordano le aiuole disturbano la visuale complessiva. Insomma, c'è da lavorare e ci sarebbe da far partire una campagna ad hoc.

Da un lato, il Vialone punta verso Milano. La prospettiva attraversa la Villa Reale, lungo il passaggio che conduce al Pratone sul retro. Lì, lo sguardo viaggia lontano. Verso Vienna, dicono in tanti. In realtà, non è propriamente così. Ce lo spiegano il mai a sufficienza rimpianto Carlo Vittone e Paolo Paleari nel loro volume sulla Villa Reale ("La Villa Reale di Monza", Vittone Editore, 2006). Prolunghiamo questo asse: punteremo verso Budapest. Errore clamoroso o scelta deliberata? Gli Asburgo - sotto i quali venne realizzata una prima versione del Viale, dal Piermarini medesimo - regnavano su un impero che era Austro-Ungarico per definizione. Non basta. La grande Maria Teresa venne incoronata "regina di Ungheria". La guerra per il trono dell'Impero tra regnanti europei che non riconoscevano la Prammatica Sanzione - editto che ammetteva la successione femminile per Austria, Ungheria e Boemia - aveva costretto Maria Teresa a riparare a Budapest, dove fu appunto incoronata regina dei Magiari, che la aiutarono a riprendere Vienna.

Insomma, per dirla col George Mikes di "How to Be a Brit", anche qui a Monza "Everybody is Hungarian" - "siamo (quasi? n.d.r.) tutti ungheresi" -. 

Matteo Barattieri - Comitato per il Parco di Monza

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