Il Raoul mette in funzione la torcia frontale, l’abbigliamento mimetico e gli stivali alle cosce a completare l’equipaggiamento secondo etichetta. “La luce non serve…” – dico alla Elena – “almeno, io non uso la pila durante le notturne”. Fedele al principio secondo il quale: in natura il buio esiste solo nelle grotte, nelle foreste fitte fitte, negli abissi…”. Ma oggi è serata da anfibi e non da civette: una lampada serve, eccome.
Già, Raoul. Di cognome fa Manenti, da Castello Brianza. Dopo lustri, ci ritroviamo. Ci eravamo sfiorati in qualche occasione, per fossi e rogge delle nostre lande. Le nostre strade si ricongiungono; avviene a Sartirana: potere delle acque, potere di anfibi e affini. Il nostro è esperto in materia. In questa fase dell’anno, l’erpetologo raccoglie dati.
E ci sono curiosi soggetti autoctoni. “Abito qui dal 1982, ed è la prima volta che vengo al Lago”, proclama il Francesco. Abitudini siffatte andrebbero prese da subito, ma tant’è: non è mai troppo tardi. Al chiaro di luna e con la gradevole frescura da tardo inverno: mica male per un esordio in loco.
Il primo soggetto censito non è propriamente gradito: gambero della Louisiana, porca sidela. Hanno invaso il bacino da circa 10 anni, spiega Raoul. L'impatto sulla nostra fauna è devastante. La specie, poi, riesce ad adattarsi a qualsiasi condizione.
Un richiamo muove vibrazioni nel comparto faunistico del gruppo. Rana di Lataste, la stella della serata. Nella fattispecie è il maschio, che richiama per attirare la femmina. La specie, giova ricordarlo, è elemento di grande valore: endemica - per usare un tecnicismo - della Pianura Padana. E' la prima della nottata. Ne seguiranno altre: numeri puntualmente annotati su supporto cartaceo e sulle applicazioni dedicate.
Salvatore e Raffaella (sua la foto che raffigura una rana dalmatina) dedicano qualche attenzione alle piante che bordano il Lago. La frontale del Raoul - ecco a cosa serve - punta alcune ovature: belle masse di rana dalmatina. Si intravvedono gli embrioni. Ma in tanti punti nuotano, ahinoi, piccoli gamberi esotici: pronti a fare festa allo schiudersi delle uova di rana.
Il contatto con l'acqua, stivali ai piedi, procura piacere che rimanda all'infanzia. Meno gradita la presenza di reflui a ridosso della riva. Seguirà non già dibattito ma comunicato stampa. Mica le mandano a dire quelli del comitato meratese. Che lamentano qualche taglio di troppo tra le alberature. Mi tocca fare l'avvocato del diavolo, e spiegare che in una riserva possono aversi anche questi interventi.
Il conteggio finale parla di oltre una decina di ovature di rana dalmatina, 6 maschi cantori di rana di Lataste e qualche cantore di dalmatina. E una ovatura di Lataste. Al Raoul sfugge niente.
Il taccuino riporta anche 2 civette. Sull'isolotto nella zona nord un posatoio notturno di gazze, che dan vita a un estemporaneo concerto.
Siamo a ridosso del coprifuoco covid. Da settimana prossima, Sartirana sarà, per noi che veniamo da fuori, terra inaccessibile. Notti di rane, notti di gazze, notti in cui ritrovare vecchie conoscenze, notti da battesimo di Lago. Notti di Sartirana.
Matteo Barattieri
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