I Giardini
della Villa Reale di Monza esercitano un indiscutibile fascino su chiunque ne
percorra i sentieri, in qualsiasi stagione dell’anno. E, all’interno degli
stessi, il Laghetto, le cui dimensioni, peraltro, sono tutt’altro che
trascurabili, rappresenta meta privilegiata. Del resto l’acqua, all’interno di
un Parco, è elemento di grandissimo valore sia ecologico che paesaggistico e ne
arricchisce la biodiversità favorendo la presenza di specie, che, senza
l’elemento liquido, non si troverebbero.
Ho già avuto
modo di parlare, su questo blog, del Laghetto ma ora lo faccio in modo un po’
più preciso e dettagliato, tentando di metterne in evidenza alcune
caratteristiche.
La sistemazione
dell’area si deve al Piermarini con il sinuoso laghetto dalla forma allungata e
la splendida cascatella laterale che scende fra le rocce: l’impressione che se
ne ricava è romantica ed irresistibile al tempo stesso.
Interessante
anche il Tempietto neoclassico, situato in prossimità di un lato del lago:
recentemente sottoposto ad un lavoro di restauro e di ripulitura, fa parte
dell’iconografia tradizionale dello specchio d’acqua e compare in molti dei
dipinti e delle fotografie che, nel tempo, lo hanno immortalato.
A proposito
di pittura va detto che le rappresentazioni non mancano: Martino Knoller, nato
a Steinach, presso il Brennero nel 1725 e morto nel 1804 è uno dei nomi da
ricordare. Come pure vanno citati l’incisore Gaetano Riboldi e Carlo Sanquirico
con le sue belle stampe.
Dicevo della
frequentazione. Chi visita i giardini della Villa, difficilmente rinuncia a
fare un giro del lago, peraltro interamente circondato da un bel sentiero…e non
c’è stagione che tenga…se d’estate l’afflusso di persone è di gran lunga
maggiore, le stagioni intermedie e l’inverno regalano spettacoli splendidi con
tavolozze di colori o atmosfere oniriche e rarefatte.
Altro
aspetto che stimola frequentazione e osservazione sono le diverse specie di
uccelli che hanno eletto lo specchio d’acqua come abituale dimora a cominciare
dagli immancabili germani reali. Questo anatide è sicuramente il più diffuso in
Italia e si trova quasi ovunque ci siano laghi o fiumi anche parzialmente
degradati. Dimorfismo molto accentuato fra i due sessi: il maschio ha testa e
collo di un bellissimo verde, mentre la femmina è uniformemente grigio-bruna.
Le tinte più dimesse la proteggono adeguatamente durante il periodo della cova.
Ma la specie
che frequenta abitualmente il laghetto da alcuni anni e colpisce tutti per la
splendida livrea è l’anatra mandarina. Trattasi di volatile non originario
dell’Europa ma dell’Asia. Sul laghetto della Villa pare trovarsi bene e la si
può osservare con regolarità. Più piccola del comunissimo germano, colpisce per
la strabiliante livrea con colori che vanno dal blu al rossiccio, dal verde al
marrone.
La terza
specie, meno facile da osservare, ma anch’essa assai comune è la gallinella
d’acqua, rallide assai simpatico e a me molto familiare perché le ho dedicato
una serie di osservazioni, all’interno del Parco, per valutarne quantità e
comportamenti.
Sul lago
l’ho vista nuotare più volte, con la solita eleganza, ma anche stazionare,
insieme ai germani, sull’isolotto della parte settentrionale.
Al di là
delle specie che vivono abitualmente sull’acqua o nelle immediate vicinanze,
anche gli alberi che circondano le rive del lago consentono di osservare
diversi volatili delle specie più varie: cince, fringuelli, merli, pettirossi e le
immancabili cornacchie grigie.
Edo Melzi
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