giovedì 2 aprile 2020

Se vi manca il Parco di Monza - parte 20: Il copricapo fa la differenza


Il nostro Parco è chiuso per l'emergenza. Ci manca. E allora: una serie di testi e immagini per alleviare la nostalgia.

Foto di: Gaetano Nava

In questi giorni di inattività doverosa ma forzata ciò che colpisce è il silenzio: le auto sono quasi completamente scomparse e l’assenza di motori permette di udire altri suoni e di notare altri movimenti. Per non parlare poi della qualità dell’aria, decisamente migliorata! Proprio davanti alla mia abitazione due poderosi cedri del Libano sono frequentatissimi da un gran numero di uccelletti che si danno un gran da fare fra le fronde.

Questa mattina (24-3-2020 n.d.r.), verso le 7, ho notato - col binocolo naturalmente - una coppia di capinere. Questo grazioso uccellino ha un piumaggio uniformemente grigio con cappuccio nero nel maschio e rosso-marrone nella femmina. Si distingue dalla cincia bigia per le dimensioni - la capinera è più grande - ma anche per il fatto che il cappuccio della cincia bigia è più ampio. Inoltre quest’ultima, a differenza della capinera, ha le guance chiare.


La foto mostra una femmina ed è stata scattata ad Agrate Brianza da Gaetano Nava. Un modo per ricordare Gae, che ci ha lasciato anni fa. L'immagine proviene dal sito del CROS Varenna  http://www.crosvarenna.it/ 


Nel Parco è uno degli uccelli più comuni e nel testo “Gli uccelli del parco di Monza” si parla della presenza di almeno decine di coppie. Peraltro il Parco offre a questo volatile tutto ciò di cui necessita. Alberi in quantità ma soprattutto il sottobosco che per la capinera è indispensabile: per nidificare, infatti, preferisce i cespugli e ama i luoghi ombrosi.
Nel giardino della scuola elementare dove ho notato la simpatica coppia cespugli e siepi non mancano: sicuramente luoghi di rifugio per la capinera.

Edo Melzi

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