martedì 29 dicembre 2020

A proposito di borre (parte prima)


Argomento di grande interesse, credo. Dedichiamogli qualche nota.

Pallottole formate da peli, penne, piume, parti di scheletri, resti di insetti e altro materiale: così vengono generalmente descritte le borre. A produrle, molte specie di uccelli, soprattutto i rapaci, che espellono in questo modo, attraverso il becco, ciò che risulta indigeribile. Questi reperti hanno un loro pubblico di appassionati collezionisti. Non solo, hanno anche una funzione scientifica: ci permettono di conoscere la dieta di molte specie, e di ricavare così importanti dati ecologici. In non pochi casi, costituiscono una modalità per raccogliere informazioni sui piccoli mammiferi (arvicole e toporagni, ad esempio) presenti in un’area.



Le borre dei rapaci notturni e diurni presentano alcune differenze – vedi foto: confronto tra una borra di allocco e una di sparviere –. Le borre dei notturni (gufi, civette e affini) hanno aspetto più untuoso, sono più solide e presentano numerose ossa intere. I rapaci diurni (falchi, poiane, aquile…) hanno un apparto digerente più potente, riescono quindi a digerire gran parte di quello che ingoiano: nelle loro borre, il contenuto di ossa sarà inferiore.
Ad emettere questi interessanti reperti non sono solo i rapaci. Anche uccelli insettivori o trampolieri, ad esempio, producono questi rigetti. 

Le borre mostrate sono state raccolte negli anni scorsi nel nostro Parco. Chiedo venia: quando ho scattato la foto non ho riportato sulla immagine la data di rinvenimento del reperto. Anche perchè l'immagine serviva per una pubblicazione per l'allora PLIS del Molgora.

Matteo Barattieri







 


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