Argomento di grande interesse, credo. Dedichiamogli qualche nota.
Pallottole formate da peli, penne, piume, parti di scheletri, resti di insetti e altro materiale: così vengono generalmente descritte le borre. A produrle, molte specie di uccelli, soprattutto i rapaci, che espellono in questo modo, attraverso il becco, ciò che risulta indigeribile. Questi reperti hanno un loro pubblico di appassionati collezionisti. Non solo, hanno anche una funzione scientifica: ci permettono di conoscere la dieta di molte specie, e di ricavare così importanti dati ecologici. In non pochi casi, costituiscono una modalità per raccogliere informazioni sui piccoli mammiferi (arvicole e toporagni, ad esempio) presenti in un’area.
Le borre dei rapaci notturni e diurni presentano alcune differenze – vedi foto: confronto tra una borra di allocco e una di sparviere –. Le borre dei notturni (gufi, civette e affini) hanno aspetto più untuoso, sono più solide e presentano numerose ossa intere. I rapaci diurni (falchi, poiane, aquile…) hanno un apparto digerente più potente, riescono quindi a digerire gran parte di quello che ingoiano: nelle loro borre, il contenuto di ossa sarà inferiore.
Ad emettere questi interessanti reperti non sono solo i rapaci. Anche uccelli insettivori o trampolieri, ad esempio, producono questi rigetti.
Le borre mostrate sono state raccolte negli anni scorsi nel nostro Parco. Chiedo venia: quando ho scattato la foto non ho riportato sulla immagine la data di rinvenimento del reperto. Anche perchè l'immagine serviva per una pubblicazione per l'allora PLIS del Molgora.
Matteo Barattieri
Nessun commento:
Posta un commento