domenica 6 dicembre 2020

3 dicembre 2020 Tracce nella neve

2 dicembre 2020: nevica. Ma paghiamo ovvio tributo ai mutamenti climatici.
Scende neve umida, che si fa subito nevischio e, in parte, pioggia.

Qualche obiettivo, sicuro come l'oro, si sarà scatenato al Parco. Impegni mi impediscono di essere della partita. Nessuna velleità fotografica, intendemass, per il sottoscritto. Neve, nella fattispecie, significa la possibilità di cercare tracce sul terreno: impronte e piste, e magari altro.

Il 3 dicembre, una puntata in loco.
Al solito, facciamo parlare il taccuino di campo, immancabile compagno di avventure, integrato dalla matita, che - come da copione impresso nella mente dalle giornate universitarie del tempo che fu - è unico strumento di scrittura ammissibile ("la matita scrive sempre: pioggia, neve (appunto n.d.r.), o sole che sia").



Ecco il taccuino:
"il manto di neve è molto discontinuo... è presente solo nei settori ad esposizione favorevole... è comunque poco spesso (1-3 cm) e non è compatto ma irregolare, con aspetto cariato, ed è interrotto da ciuffi e fili d'erba..."
Cercare impronte? Le condizioni non sono tra le migliori, considerato anche il poco tempo a disposizione, ma uno si adatta. 
E una pista, ancorché irregolare e frammentaria, salta fuori.

L'area: un punto classico di passaggio per mammiferi di taglia medio-grande.
Siamo lungo la Roggia Pelucca, appena a sud del Molino del Cantone: la zona è circoscritta con una linea blu.


Le tracce non sono proprio immediatamente visibili. Sul campo, aggiungo, devo muovermi con la massima attenzione, per non danneggiare eventuali impronte o altre testimonianze. Per farla breve, siamo tra la scientifica da film poliziesco ed una applicazione - sui generis, ne convengo - del principio di Heisenberg. Le figure sono accompagnate dalle opportune chiose. 



Ma la presenza della neve solleciterebbe anche memorie del passato. Ma queste, al solito, sono altre storie.

Matteo Barattieri

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