Il nostro Parco è chiuso per l'emergenza. Ci manca. E allora: una serie di testi e immagini per alleviare la nostalgia.
Il piccione
domestico o piccione torraiolo non è uccello particolarmente amato:
comunissimo, invasivo, invadente, nuoce gravemente a chiese monumentali e
palazzi storici con le sue deiezioni.
Discorso
completamente diverso riguarda il colombaccio (Columba palumbus), volatile
vigoroso e decisamente più grande del domestico, se ne distingue nettamente
oltre che per le dimensioni, anche per il colore del piumaggio: testa e schiena
tendenti al blu, coda e punta delle ali scure, petto di un bel grigio-rosaceo.
L’elemento caratterizzante sono le macchie bianche sul collo che lo rendono
inconfondibile.
Foto di Francesco "Checco" Ornaghi dal blog CROS Varenna
Il volo è
deciso e potente, l’apertura alare può raggiungere gli 80 centimetri. Dal punto
di vista caratteriale il colombaccio risulta estremamente timido ed elusivo e
si invola rapidamente al minimo segnale di pericolo: tra l’altro, quando prende
il volo, produce un rumore ben avvertibile.
Ho avuto
occasione di vederlo più volte; anche sui due magnifici cedri del Libano che
adornano il giardino della scuola elementare proprio di fronte a casa mia. Il
suo richiamo è molto simile a quello della tortora dal collare orientale: “dù-
dùuùu…du-du”.
Il nido è
posto in alto, fra le fronde, ed è costituito essenzialmente da rami e paglia.
Nel bel
volume “Gli uccelli del parco di Monza” la sua consistenza, nell’area verde, è
stimata in una cinquantina di esemplari. Un numero ragguardevole, ma essendo il
dato di diversi anni fa, non ho idea di quanti possano essere i colombacci
presenti oggi.
In
definitiva un bell’animale, sempre interessante da osservare!
Edo Melzi - Comitato per il Parco di Monza
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