venerdì 20 marzo 2020

Se vi manca il parco di Monza - parte 12: Per chi ronzano le api

Il nostro Parco è chiuso per l'emergenza. Ci manca. E allora: una serie di testi e immagini per alleviare la nostalgia.

Esistono abitanti (quasi) invisibili nel nostro Parco. Invisibili ma utili, anzi fondamentali: le api su tutti. Da tempo, si parla del problema delle api, la cui popolazione è in drammatica diminuzione. Non vado oltre.

Anche il Parco ha i suoi apiari. Il termine apiario indica un insieme di arnie, piazzate in un'area. L'apicoltore non può collocare i suoi apiari dove vuole. Devono essere rispettati dei protocolli fissati dalla legge. Le disposizioni tengono conto della salute degli animali - le api sono piuttosto delicate -, di problematiche di igiene alimentare, e della sicurezza delle persone. Il titolare terrà ovviamente conto delle fioriture, e di altri aspetti: presenza di acqua (vitale per le api), assenza di ostacoli (le api devono poter avere a disposizione spazi aperti intorno all'arnia, almeno sul lato dell'ingresso dell'arnia), esposizione al sole. 

Le mappe mostrano l'ubicazione degli apiari nel nostro Parco:
- Cascina Frutteto (Scuola Agraria del Parco di Monza)
- Cascina Molini Asciutti
- Cascina Molini di San Giorgio




A Cascina Frutteto, le arnie sono curate da collaboratori della Scuola di Agraria del Parco di Monza, che - come sapete - ha sede presso la Cascina. Ai Molini Asciutti, è attiva una azienda che fa apicoltura, esterna ai gestori della Cascina. Ai Molini di San Giorgio, mi risulta, gli apiari appartengono a più soggetti. 

Tutti gli apiari dispongono delle risorse necessarie alle nostre amiche api: fioriture e acqua. 

Il miele prodotto è, fondamentalmente di 3 tipi: acacia - il termine indica la robinia -, tiglio, millefiori.  
Negli ultimi tempi, gli sconvolgimenti climatici hanno causato gravi problemi alla produzione. Su tutte, quella del miele di acacia. Lo scorso anno, il freddo ha bloccato le api durante una delle più importanti fioriture dell'area padana, quella della robinia. Col freddo o con la pioggia, l'ape non si muove dall'arnia. E consuma tutte le sue scorte. Un modesto suggerimento per il Consorzio Parco - ente che ha in carico la gestione del complesso Parco e Villa Reale - viene spontaneo. Potrebbe essere importante dar vita a soluzioni che possano aiutare i nostri apicoltori. Viste le problematiche legate alla robinia, si potrebbe valutare qualche intervento sulle aree prative, creando fasce a piante erbacce gradite alle api, con fioriture che andrebbero ad integrare quelle che attualmente garantiscono la produzione di vasetti di millefiori. Pensiamoci.
E i prati costituiscono altro argomento di grande interesse. Da parlarne in seguito.


alla prossima 
Matteo Barattieri - Comitato per il Parco di Monza

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