domenica 15 marzo 2020

Se vi manca il Parco di Monza - parte 5: La Roggia della Villa Reale (cap. 1?)

Il nostro Parco è chiuso per l'emergenza. Ci manca. E allora: una serie di testi e immagini per alleviare la nostalgia.

Alla fin fine, ognuno ha le predisposizioni che si merita. Negli ahimè lontani anni verdi, percorrere il Pratone dei Giardini della nostra Villa Reale - che qualcuno, tripla rabbia per noi monsciaschi, ha preso ostinatamente a chiamare Reggia - significava per me puntare verso quello che mi appariva come uno stagno. Arrivato alla sponda, lato verso la Villa, il passo si fermava: per evitare di finire in acqua e per non arrecare disturbo al piccolo ecosistema. L'ecologia era disciplina ancora ai primi vagiti, la parola inquinamento era vocabolo in via di diffusione. In ogni caso, quel ciuffo di vegetazione acquatica che sporgeva dallo specchio d'acqua suscitava nel sottoscritto una sorta di sacralità. Le estremità finivano comunque inumidite. 

Passarono gli anni, il rapporto col Parco venne consolidandosi. E con esso le conoscenze. Lo stagno della fanciullezza altro non era che una roggia. La Roggia della Villa Reale o dei Giardini Reali. Luogo di grande interesse e, va detto, uno degli ecosistemi più preziosi del nostro martoriato territorio. Alla Roggia va dedicata più di una puntata su queste pagine, sissignori.

La mappa (presa da OpenStreetMap) mostra il percorso della Roggia. Parte dal Laghetto della Villa Reale. Forma un piccolo specchio d'acqua: è la vasca posta alla base della cascatella, nella zona del Giardino Anglo-Cinese. Percorre poi il Pratone dei Giardini. Entra successivamente nel Parco, zona Cascina del Sole. E va a riempire il Laghetto della Valle dei Sospiri. Da questo Laghetto esce e si immette nell'asta di un'altra roggia storica: la Pelucca. 


Da dove proviene l'acqua della Roggia? "Dal Laghetto", potrebbe rispondere qualcuno. Già, e il Laghetto? Torniamo indietro nel tempo.
Quando Ferdinando, Arciduca d'Austria di stanza qui in Lombardia, riesce ad ottenere i soldi per costruire la Villa e realizzare i Giardini, si accorge dopo un po' che il Laghetto e i progettati giochi d'acqua han bisogno di essere alimentati. La mamma, nientemeno che Maria Teresa, invia lettere di rimprovero al figlio (prediletto). La richiesta di Ferdinando era semplice, si fa per dire: portare acqua dal Lambro, che non era propriamente vicino. 

La soluzione viene trovata. Si vada a monte a captare acqua. Il luogo: il Molino Bassi di Sovico, pensa te. Da lì partirà quella che sarà definita la Roggia del Principe, in onore del buon Ferdinando. Siamo nel 1783, la Villa è stata in gran parte completata da circa 3 anni. 

Nella mappa di può vedere il punto di captazione, a Molino Bassi. Non era però localizzato direttamente sulla sponda del Fiume Lambro, ma da una derivazione dal medesimo, che forniva energia alle macine. La Roggia non è più attiva: i costi di manutenzione sarebbero improponibili. Il manufatto è ancora riconoscibile per lunghi tratti: da riparlarne a lungo.


La Roggia del Principe nacque proprio per rifornire il nostro Laghetto. E oggi? Se vi portate nella zona del Tempietto Dorico, trovate un breve canale (visibile in carta). E' l'immissario del Laghetto. l'acqua viene dal sottosuolo, aspirata da una pompa, comandata da una sorta di locale macchine situato alla Cascina Bastia. 


Ma la Roggia del Principe/Roggia della Villa Reale fornisce miriadi di spunti. Tra natura e storia. E - perchè no? - storielle... E spettacolari microscopici abitanti. Chi avrebbe detto anni fa che un giorno avrei osservato con un microscopio piccoli organismi di quella affascinante zona umida?

alla prossima
Matteo Barattieri - Comitato per il Parco

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