martedì 24 marzo 2020

Se vi manca il parco di Monza - parte 15: Sua maestà il colombaccio


Il nostro Parco è chiuso per l'emergenza. Ci manca. E allora: una serie di testi e immagini per alleviare la nostalgia.

Foto di Francesco "Checco" Ornaghi


Il piccione domestico o piccione torraiolo non è uccello particolarmente amato: comunissimo, invasivo, invadente, nuoce gravemente a chiese monumentali e palazzi storici con le sue deiezioni.
Discorso completamente diverso riguarda il colombaccio (Columba palumbus), volatile vigoroso e decisamente più grande del domestico, se ne distingue nettamente oltre che per le dimensioni, anche per il colore del piumaggio: testa e schiena tendenti al blu, coda e punta delle ali scure, petto di un bel grigio-rosaceo. L’elemento caratterizzante sono le macchie bianche sul collo che lo rendono inconfondibile.

Foto di Francesco "Checco" Ornaghi dal blog CROS Varenna

Il volo è deciso e potente, l’apertura alare può raggiungere gli 80 centimetri. Dal punto di vista caratteriale il colombaccio risulta estremamente timido ed elusivo e si invola rapidamente al minimo segnale di pericolo: tra l’altro, quando prende il volo, produce un rumore ben avvertibile.
Ho avuto occasione di vederlo più volte; anche sui due magnifici cedri del Libano che adornano il giardino della scuola elementare proprio di fronte a casa mia. Il suo richiamo è molto simile a quello della tortora dal collare orientale: “dù- dùuùu…du-du”.
Il nido è posto in alto, fra le fronde, ed è costituito essenzialmente da rami e paglia.
Nel bel volume “Gli uccelli del parco di Monza” la sua consistenza, nell’area verde, è stimata in una cinquantina di esemplari. Un numero ragguardevole, ma essendo il dato di diversi anni fa, non ho idea di quanti possano essere i colombacci presenti oggi.
In definitiva un bell’animale, sempre interessante da osservare!

Edo Melzi - Comitato per il Parco di Monza

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